Un giorno, da bambino, fui invitato ad una festa di compleanno ma la mia forte inibizione, causata dalla sensazione di essere un brutto anatroccolo, rese ogni minuto di quella festa un forzato supplizio. Il tempo non scorreva mai e mentre osservavo tutti gli altri partecipanti divertirsi, correre, gridare, saltare, mangiare a volontà ed esprimersi con totale spontaneità, io mi rinchiudevo sempre più nel mio stretto angolo di disagio e di paura. Ero molto lucido nell’osservare ogni dettaglio di quella festa e in uno stato di continua allerta, pronto a schivare possibili contatti ravvicinati. Nel momento di tornare a casa mi sentivo con un doppio peso nel cuore: da una parte, la coscienza d’aver fatto una pessima figura e, dall’altra, il sentirmi incompreso in questo mio angosciante imbarazzo relazionale. Oggi, quando incontro bambini, adolescenti o persone adulte che si trovano in difficoltà a livello relazionale, so come muovermi nei loro confronti, perché “sento” ciò di cui hanno realmente bisogno. Ed io so che loro “sentono” la mia mano che si tende verso la loro. Vorrei che questo libro, pur con tutti i suoi limiti, fosse una mano calda e sincera che dia il coraggio e la forza di uscire da quella penosa sensazione di solitudine esistenziale e perenne disagio interiore che la mancanza d’autostima produce. Siamo fatti per piangere, sognare, lottare e ridere insieme: l’esperienza più appagante che l’essere umano può sperimentare è il senso di un’intima condivisione del proprio «vero Sé» in un clima di profonda comunione affettiva e spirituale. La trasparenza del sé ci permette di mettere ordine nel nostro disordine e di farci aiutare da chi entra nella stanza dell’interiorità.
Anche quando sembra che gli sforzi per migliorarsi siano inefficaci e illusori, è utile comprendere che nessun serio investimento nella crescita personale è vano o senza un esito positivo. Il lavoro d’autoanalisi è prezioso poiché permette di raccogliere una serie d’informazioni, all’inizio sparpagliate, che strada facendo assumono la forma di un dipinto grazie al quale si ottiene un’intuizione profonda, capace di sbloccare ciò che sino a quel momento sembrava del tutto immobile.
Avete in mente che cosa succede quando si scava una galleria? Per giorni e mesi si lavora nell’umido e nel buio. Poi, un giorno, s’intravedono i primi timidi raggi di luce che indicano la fine di quel lungo e faticoso lavoro. Da quel momento si è finalmente in contatto con la bellezza della propria unicità! Continuate a scavare e anche voi troverete le «perle preziose» in voi presenti, per cui vale la pena disfarsi di quelle false!
(tratto da “Obiettivo autostima” pp. 35-36)