Non vi è buio, per quanto profondo esso sia, in cui non può risplendere la luce della verità.
La vita di ogni essere umano acquista un valore trascendente se viene esercitato il potere personale di elaborare gli imprinting del passato, per quanto negativi possano essere stati, al fine di diventare coraggiosi capitani della propria crescita. Occorre dunque entrare in contatto con se stessi, addentrarsi nelle terre di dentro, avventurarsi nel viaggio interiore alla scoperta degli eventi che possono aver bloccato lo sviluppo delle proprie potenzialità. Occorre trovare il coraggio di fermarsi, di rallentare, di chiudere gli occhi e di procedere al buio, perché è proprio nell’oscurità, paradossalmente, che è più facile ritrovare la luce dentro di sé.
Essere se stessi è danzare al ritmo della propria musica che sgorga in modo naturale dalle note dell’anima.
Le perle nascoste dei talenti in noi presenti, le intime aspirazioni ai valori che esprimono la nostra identità e il terreno fertile della sensibilità umana, con cui riceviamo le informazioni dal mondo esterno, appartengono alla natura del nostro «vero Sé» (Donald Winnicott). Come ha affermato Carl Rogers: «La propensione a rischiare di essere veramente il proprio vero intimo sé costituisce un passo verso l’alleviamento di un senso di solitudine che esiste in ciascuno di noi e verso un contatto più autentico con gli altri esseri umani». In sintesi, occorre impegnarsi per divenire persone autentiche, capaci di costruire relazioni intime per vincere il baratro della solitudine esistenziale che rappresenta il vero dramma della vita umana.
Bisogna saper liberare la libertà da tutti quei falsi condizionamenti che la tengono prigioniera.
La libertà è un cammino di maturazione lenta e accidentata, pieno di trappole e ostacoli. Ho imparato, grazie ai miei errori esistenziali, come vi sia bisogno di ottenere precisi punti di riferimento per orientarsi verso la realizzazione del Progetto Felicità. La parola “progetto” serve a indicare che una felicità dettata dalla soddisfazione dell’eros, in termini infantili e narcisistici, non potrà mai condurre alla costruzione di una solida e stabile felicità.
Tratto dalla pubblicazione “Finalmente liberi”. pp. 8, 9.