Un giorno, un uomo di saggezza disse: «La musica è il cigolio dei cancelli del paradiso» Un uomo dal cuore arido obiettò: «A me non piace il suono dei cancelli che cigolano». Gli venne risposto: «Io sento il suono dei cancelli che si aprono, mentre tu senti quelli che si chiudono».
Quanto è importante aprirsi agli altri e alla vita? Ogni giorno possiamo decidere con quale sguardo aprirci alla realtà che ci circonda. Domandiamoci: dove viene diretto e a chi è rivolto questo sguardo? Sono occhi aperti o chiusi quelli con cui osserviamo i raggi di vita di ogni mattina? Uno dei rischi maggiori è quello di rimanere ricurvi su di sé, ad inseguire una felicità impossibile con l’utilizzo delle nostre sole forze o, al contrario, di cercare un appoggio totale verso l’esterno. Crescere significa imparare a trovare un giusto equilibrio fra la tendenza all’introversione e alla estroversione. Che tipo di persona stiamo cercando di realizzare in noi? Una vita che non riflette su se stessa non può progettare e realizzare pienamente il suo futuro. Va detto che durante la crescita noi abbiamo dei bisogni fondamentali su cui costruiamo il senso della nostra identità. Se essere curvi su di sé rappresenta una tappa per la nostra crescita è bene soffermarsi sulle proprie zone d’ombra e cercare un raggio di luce per far riaffiorare la voglia di bene e di armonia che è in noi.
Ma è anche vero che tante volte questo chiudersi come un ombrello nella pioggia dei propri pensieri, ci impedisce di lasciarci soccorrere dalle braccia di chi è con noi e di renderci conto che c’è chi sta peggio di noi, ad affogare nelle bottiglie della solitudine, nel deserto dell’aridità o nei vicoli ciechi dell’indifferenza. La tendenza all’egocentrismo è l’elemento portante dell’infanzia in quanto un bambino, anche se può provare dei profondi e ricchi sentimenti d’affetto per altre persone, richiede continue conferme su di sé e necessita di amorevoli e costanti cure rispetto ai suoi bisogni. Tanti giovani fanno fatica a provare dei sentimenti d’empatia e a sperimentare la gioia della condivisione in quanto involontariamente schiavi di bisogni talmente forti che diventano incapaci di sollevare il capo dal proprio ombelico affamato di ricevere, senza sosta, nutrimento e soddisfazione.
Ogni volta che ci chiudiamo l’ego si ingigantisce. Ogni volta che ci apriamo i raggi di una nuova vita entrano a illuminare le scure caverne della solitudine esistenziale.
Mi ricordo di una ragazza che non riusciva a concepire come la sua sofferenza non fosse l’unica e la più intensa che un essere umano potesse provare; inoltre, era totalmente convinta di non poter essere amata per quello che era, poiché aveva lo sguardo rivolto unicamente sui suoi difetti e brutture. Narciso si era,al contrario, innamorato della propria immagine, smarrendo se stesso in questo delirio di autocompiacimento. Se analizziamo i tratti psicologici di chi mostra un atteggiamento distruttivo o negativo, riveliamo come all’origine vi sia sempre un essere ricurvi su di sé, invece che aprirsi con fiducia e con generosità al mondo della relazione partecipativa e solidale.
L’avaro è ricurvo sulla sua fame di possesso e di ricchezza e così facendo smarrisce il senso della generosità e il piacere di spartire i propri beni nel calore della fratellanza. L’invidioso riflette la povertà della sua vita, augurandosi che anche gli altri siano nella sua stessa misera condizione. Il depresso è in costante ascolto del suo vuoto interno, di ciò che gli è mancato e non può fare altro che subire la musica del suo continuo lamentio. Il nevrotico è guidato dai suoi bisogni insoddisfatti che cerca di compensare con il primo surrogato che trova (sigaretta, cibo, alcol, droghe, sesso, ecc.). L’egoista è una persona sostanzialmente infelice, che vive in una circolarità chiusa e che non sa godere della felicità altrui, non sa commuoversi (muoversi dentro) per esprimere la tenerezza di un cuore che vibra insieme ai brividi e ai battiti di un altro cuore.
Un cuore che ama è sempre in movimento: non smette mai di generare pace, sorrisi e gratitudine per il dono della vita.
Noi possiamo sgomberare cuore, mente e spirito dalle ombre della paura, dalle sabbie mobili della pigrizia, dai lampi della rabbia, dalle frecce del tradimento, dalle fitte delle antiche ferite, grazie ad un impegno d’amore da perfezionare sempre più. Essere uomini e donne liberi è amare e, ogni giorno, impegnarsi in questo cammino del vero amore.
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Ho apprezzato molto questo messaggio, ricco di spunti di riflessione. Mi è sembrato di sentire l’amore di mio padre per me, mentre leggevo queste belle parole espresse con molta chiarezza sentivo la bellezza del mio percorso di crescita personale.
Grazie Fabrizio per la condivisione