Come si riconosce il vero amore? E’ possibile saperlo riconoscere o rimane un punto interrogativo per tutta la vita?
Quando si ama per davvero vi sono dei segnali forti che indicano la natura reale del proprio sentimento. Si può amore per bisogno, per scelta, per gratificare stessi, per donarsi o per ricevere, per altruismo o egocentrismo, per le vie della maturità o quelle del narcisismo. Non è facile comprendere quanto siamo realmente capaci di amare un compagno di vita, un figlio, un genitore, un fratello, ecc. Inoltre, ogni relazione è diversa dalle altre e ciò che si prova per il proprio partner è diverso da ciò che si prova per dei figli e (a ben guardare) per ciascuno dei diversi figli. In una coppia, ad esempio, Fromm affermava che non può esservi vero amore senza la profonda reciproca conoscenza dell’intimità psicologica e il desiderio di rendere il più possibile felice l’altra persona.
Un conto è dire “ti amo perchè ho bisogno di te” e un altro “ho bisogno di te, perchè ti amo”. Erich Fromm
Che cos’è l’intimità psicologica? E’ l’area dell’intimo sentire, dei desideri più profondi, delle aspirazioni più vere e dei bisogni più impellenti. Ognuno di noi avverte il desiderio di essere raggiunto in questa zona intima, perchè è attraverso di essa che si annulla quel senso d’isolamento e d’incomprensione che ci fa sentire “soli”, cioè separati dal resto del mondo. La zona intima se viene toccata dalla delicata e rispettosa presenza altrui, è come un prato che fiorisce di vitalità, di energia e di nuovi germogli. La presenza della persona amata che sa comprendere chi realmente siamo e che cosa proviamo, è come una brezza sottile che ci accarezza dentro senza ferirci o procurare dei danni. Questa conoscenza della zona intima richiede in primo luogo la diminuzione dell’egocentrismo emotivo e cognitivo, che consiste nel ritenere le proprie emozioni nonchè i propri sentimenti e pensieri come assoluti o prioritari rispetto ai vissuti altrui. L’egocentrismo cognitivo, che non significa necessariamente essere delle persone egoiste, impedisce di cogliere le sfumature della diversità altrui, soprattutto quando queste sono molto lontane dalla propria sensibilità o credenze/convinzioni. “Com’è possibile che tu ti comporta così?”, “Ma come fai a ragionare in questo modo?”, “Io non mi comporterei mai come te…”, sono solo alcune delle espressioni più comuni che si utilizzano per stigmatizzare ciò che non rientra nei propri schemi mentali. L’egocentrismo emotivo è dare valore assoluto o prioritario a ciò di cui si ha voglia in quel momento o alle correnti del proprio umore, non tenendo conto ciò che l’altra persona sta vivendo e di cui magari avrebbe particolare bisogno, soprattutto se in un momento di crisi o particolarmente faticoso. La persona emotivamente egocentrica (atteggiamento naturale nell’infanzia) tende a voler trasferire i suoi alti o bassi d’umore sulla realtà, senza tener conto degli stati d’animo altrui. Sarebbe come, utilizzando un esempio paradossale, se una persona che ha vinto alla lotteria una grande somma andasse al funerale del genitore di un suo caro amico fischiettando colmo d’allegria e d’euforia, incapace di governare e controllare l’ebrezza della vincita. Per l’egocentrico ciò che sente e ciò che pensa è una sorta di vangelo psicologico cui tutti devono aderire, altrimenti (e qui tocchiamo la piramide della distorsione cognitiva) è lui che accusa gli altri di essere incompreso e dunque vittima dell’egoismo altrui. Purtroppo, difficilmente una persona egocentrica si renderà conto di questa sua tendenza, poiché sarà per lei del tutto naturale legittimare ciò che prova come verità assoluta.
L’ascolto è la vera dimensione dell’amore autentico, perchè richiede la capacità di abbassare le proprie difese per lasciarci toccare e trasformare dall’incontro con la persona amata.
In secondo luogo, per entrare in contatto con la zona intima altrui bisogna aver sviluppato un’elevata capacità d’ascolto empatico che nasce, in primis, dallo spontaneo desiderio di conoscere il proprio partner, di comprenderne gli interessi, i gusti, le attitudini, le aspirazioni del suo “vero Sè”, i valori, ecc. Chi ama in modo sano e maturo mette la felicità dell’altro al primo posto ed è per questo che desidera cogliere che cosa lo può per davvero rendere felice. Questo modo di amare non significa annullarsi, lasciarsi umiliare o diventare uno zerbino per la sporcizia altrui. Quando si ama in modo maturo vi è sempre una solida autostima che governa il timone della relazione amorosa. Chi ama sa mettersi al servizio dell’altro in modo generoso, entusiasta, appassionato e sa “sacrificarsi” in modo naturale, senza forzature o “per dovere”. Ecco che cogliere i desideri altrui e fare ciò che è possibile compiere per far sì che possano realizzarsi è il dono più significativo che la persona amata può ricevere. Quando una persona coglie l’essenza dei nostri desideri e si prodiga con tutte le sue energie e possibilità per permetterci di vederli almeno in parte realizzati, ci sentiamo toccati nella parte più profonda e comprendiamo, anzi sentiamo, come questa persona ci voglia bene per davvero, ci conosca a fondo e abbia saputo cogliere l’invisibile che è dentro di noi. Questa capacità di amare in modo così profondo richiede un cammino di maturazione, di guarigione dalle proprie ferite, di liberazione dalle proprie paure. Poche coppie sanno amarsi in questo modo; a volte c’è chi è più capace e chi zoppica maggiormente, ma non è mai troppo tardi per iniziare a parlare questo linguaggio dell’intimità psicoaffettiva, perchè tutti siamo nati per danzare nelle note dell’amore puro in cui due guance si sfiorano nelle lacrime della toccante comunione di cuore ed anima.