Dentro di noi, possediamo tutte le risorse di cui abbiamo bisogno per far fronte alle nostre sfide evolutive. Milton Erickson
Milton Erickson (1901 – 1980) è stato capace di rivoluzionare il modo di intendere la salute mentale dell’essere umano. Egli era fermamente convinto che un essere umano è una persona sana, ricca e saggia, che può vivere la vita come un evento gioioso. Milton Erickson aveva una fiducia incrollabile nella bontà di fondo dell’essere umano. Egli era una persona piena fiducia e la sua grande capacità consisteva nell’ispirare coloro che si rivolgevano a lui a raggiungere i loro personali obiettivi di realizzazione puntando sulle risorse interne. Una delle sue affermazioni era la seguente: “Se le persone riescono a costruire le piramidi e Machu Picchu, possono fare qualsiasi cosa”. Ovviamente non si riferiva al solo lavoro fisico ma alla visione creativa degli essere umani, alla loro parte spirituale, all’abilità di immaginare sempre nuovi significati nei confronti dell’esistenza.
Milton Erickson fu certamente un grande guaritore. Egli usava con sapienza il bisturi della parola, rituali, metafore e utilizzava le risorse interiori del paziente lasciando che fosse il paziente stesso a compiere gli sforzi necessari per raggiungere i propri obiettivi. Milton Erickson colpito personalmente da tutta una serie di malattie (la più grave nel 1919 per un attacco di poliomielite da cui uscì rimanendo paralizzato) e vari deficit (dislessia, amusia o sordità tonale, daltonismo), aiutava ogni persona a connettersi con la parte più positiva di sé, sana e orientata alla crescita. Egli aveva sviluppato un grande talento: l’osservazione acuta, poiché stando con le persone riusciva a comprenderne il mondo interno, quello che spesso sfuggiva alle persone stesse. Milton Erickson era un maestro nell’osservare il modo di parlare, di sorridere, di sedersi, di camminare o di rispondere delle persone.
Egli sapeva che nel mondo esisteva la malattia ma era convinto che gli esseri umani erano progettati per vivere una vita sana e ricca di significato. Era convinto che ogni essere umano vuole tendere verso il sole e le stelle e la più completa autorealizzazione. Spesso egli utilizzava la metafora del fiore cresciuto in una fessura del marciapiede: gli essere umani possono trionfare nonostante vengano calpestati e, malgrado il terreno sia povero, possono comunque ritornare a crescere e rifiorire. Diceva sempre: “Se un pulcino sta tentando di uscire dal guscio, non può aiutarlo troppo. Se lo fai, il pulcino non svilupperà mai la sua forza per superare l’ostacolo che lo separa dall’avere una vita”.