“Misero è chi misero non fu mai”, Seneca.
Nessun essere umano vuole soffrire o morire eppure tutti soffriamo e moriamo. Non c’è via d’uscita a questa realtà. A questo punto ognuno di noi ha il compito di trovare delle risposte alle domande che il dolore pone al cuore e all’anima. In uno dei miei momenti più intrisi d’angoscia ho scritto poche parole su questa tema nella pubblicazione “Volersi bene” in un capitolo dal titolo “Le notti dell’anima”.
Ritornare ad assaporare con gusto il sapore di ogni giorno: ecco che cosa ci insegna la notte dell’anima!
«Dare valore a ciò che realmente conta: ecco cosa ci insegna la sofferenza! Dare valore all’amicizia, alla solidarietà, alla carità: ecco che cosa ci insegna! Ridimensionare le nostre stupide pretese di venale felicità: ecco che cosa ci insegna la sofferenza! Ritornare ad assaporare con gusto il sapore di ogni giorno: ecco che cosa ci insegna la notte dell’anima! Smussare gli spigoli della nostra rigidità mentale: ecco che cosa ci insegna la caduta nella sofferenza! Abbassare il superbo tono delle nostre pretese di delirante onnipotenza: ecco che cosa ci insegna il tonfo del fallimento! Ritornare all’umiltà, alla saggezza, all’armonia interiore: ecco che cosa ci insegna la sofferenza della disillusione! Imparare ad aiutare il nostro prossimo con delicatezza e fine sensibilità: ecco che cosa ci insegna l’acuto dolore! Scoprire che il nostro vivere non è tutto qui, su questa terra e che un giorno ce ne andremo: ecco che cosa ci insegna la presenza della morte! Accettare che non siamo i padroni totali della vita, ma creature di un Creatore: ecco che cosa ci insegna la caduta nella debolezza dei nostri peccati! Riconoscere il valore di un sorriso, di una parola ricca d’amore, di un abbraccio: ecco che cosa ci insegna l’arido deserto della solitudine! Diventare paladini di giustizia e di verità: ecco cosa ci insegna la sofferenza patita per ingiustizie e calunnie! Spegnere la banalità e il ripetitivo tran-tran per accendere lo sguardo dell’anima: ecco che cosa ci insegna la sofferenza! Arrivare alla consapevolezza del perdono: ecco cosa ci insegna la sofferenza del rancore e dei feroci risentimenti! E le lezioni sono tutte personalizzate e più sono intense o prolungate e più le ali che si formano all’interno dell’anima sono forti e grandi, perché in ogni sofferenza, anche se mentre la si vive non lo si sa ancora, c’è un meraviglioso viaggio da compiere e una preziosa missione da vivere con la forza di tutta quella sofferenza trasformata in «una perla di cristallina purezza». E ognuno ha la sua speciale missione d’amore da compiere! Tutto sta nell’accettare o nel rifiutare di aprire questa lettera e, una volta aperta, rendersi conto che lamentarsi, sentirsi perseguitati o vittime non ci permette d’imparare, con la dovuta saggezza, gli insegnamenti in essa contenuti».
Dall’inverno più gelido nascono le primavere più colorite e profumate
C’è un’ultima storia che vorrei raccontarvi: Pietro è all’ultimo anno di Liceo; un giorno torna a casa e c’è sua madre ad accoglierlo in lacrime: tuo padre ha pochi giorni di vita! Tra dieci minuti torna a casa sua sorella minore e deve trovare il coraggio di dirglielo; sua madre ha il cuore troppo spezzato e proprio non ce la fa. Pietro ha la morte nell’anima quando abbraccia sua sorella e le comunica la verità di quello che sta accadendo. Stretti al dolore, un fratello e una sorella piangono lacrime calde di un prematuro addio, mentre fuori c’è una splendida giornata di sole e tutto scorre come se niente fosse. Ed ogni giorno che passa una parte di Pietro se ne va con lo spegnersi lento e inesorabile del suo adorato sole. Ma oggi Pietro deve imparare questa lezione di sofferenza, e non può immaginare che ne troverà altre, ancora più intense, acute, del tutto inaspettate; ma tutto questo è necessario affinché un domani possa scrivere “le notti dell’anima”, anche se lui questo ancora non lo sa…».
Tratto da Volersi bene Viaggio verso il vero sé pp. 216 – 218 (disponibile anche in Ebook) presso i più importanti siti e-commerce.