La connessione emozionale è l’esperienza più forte che può nascere da un incontro dove paure, dubbi e rigidità di sciolgono come ghiaccio al sole dell’intimità relazionale più profonda.
Dal momento in cui veniamo al mondo abbiamo bisogno di creare delle relazioni intime. La relazione è necessaria se vogliamo crescere emotivamente, affettivamente, fisicamente, mentalmente e spiritualmente. Ciò che permette il sano sviluppo di un essere umano è l’intimità relazionale. Possiamo chiamare questa esperienza “connessione emozionale”. La connessione emozionale avviene quando ci sentiamo ascoltati, guardati, ascoltati, riconosciuti e apprezzati. Se all’interno di una relazione ci si può reciprocamente sostenere senza giudizio ecco che da questo rapporto si attinge forza e vitalità. Più profonda e la connessione emozionale che stabiliamo con l’altro, maggiore è la forza reciproca che se ne ricava. Come si ottiene la connessione emozionale? Dando spazio alla rivelazione autentica di SE STESSI e all’accettazione incondizionata dell’ALTRO. Se un genitore, ad esempio, non mostra la sua fragilità come potrà un figlio rivelargli la sua? Se un insegnante non mostra empatia nei confronti dei suoi allievi come potrà riceverne a sua volta? Se un sacerdote non sa mostrare i passi del suo deserto spirituale come potrà condividere l’aridità che può colpire qualsiasi persona nel suo cammino di fede? Si è in sintonia non perchè si è uguali ma perchè si connettono le proprie diversità nella sinfonia dell’amore vero, quello che non giudica, che non ha pretese, che non rinfaccia nulla ma che desidera solamente tenersi per mano e ballare insieme nel grande viaggio della vita.
La vera libertà è quando incontrarsi diventa un canto di gioia e sostegno reciproco.
La tecnologia, ad esempio può essere una sostituzione di questo rapporto intimo poiché ci fa credere che essere commessi quando realtà non lo siamo. Un conto è comunicare idee, pensieri o emozioni tramite gli strumenti tecnologici moderni e un conto è ricevere una calorosa sensazione di intimità e di connessione emozionale. È la stessa differenza che può accadere tra mandare un abbraccio virtuale e “sentire” un abbraccio. Il fatto di collegarsi tramite gli strumenti tecnologici non significa che è avvenuta una vera connessione emozionale, che ci siamo guardati e reciprocamente ascoltati. Quando una famiglia in pizzeria è ricurva sui propri strumenti tecnologici e nessuno si parla guardandosi negli occhi, ho la sensazione di un forte isolamento relazionale. Mi domando: qual è lo scopo dello stare seduti tutti insieme? Il momento del pasto dovrebbe diventare un’opportunità di incontro, non di fuga dall’intimità. Ciò non significa che gli strumenti tecnologici non possano svolgere una loro funzione positiva e arrecare del benessere a livello relazionale. Essi però non potranno mai sostituire la magia di un incontro tra due corpi, due cuori, due menti e due anime che decidano di danzare insieme, di sostenersi reciprocamente e di condividere se stessi tra le albe i tramonti di questa terra. E il viaggio continua…
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