“Age quod agis”. Fai bene quello che stai facendo! Educare l’attenzione è mettere un bambino e un adolescente nelle condizioni di dare del suo meglio in ogni attività che svolge: dallo studio allo sport!
Vi sono sempre più studenti che mancano di attenzione. Da che cosa dipende questa carenza? Ovviamente le cause sono molteplici ma se ci riflettiamo è evidente che la nostra società ha smarrito il concetto di educare l’attenzione. L’attenzione non è una dote innata ma un’abilità da coltivare. Una cosa è certa: un bambino che non riceve attenzioni, difficilmente potrà a sua volta dare attenzione a ciò che è più importante nella vita. L’educazione dell’attenzione spetta innanzitutto alla famiglia, quando i genitori si impegnano a far rispettare le regole e a farsi ascoltare. Perché non riusciamo ad ottenere l’attenzione dei bambini e degli adolescenti? Forse perché a nostra volta abbiamo smarrito l’autorevolezza, la capacità di essere punti di riferimento e di imporsi con giusta fermezza nell’educare la volontà altrui. Educare l’attenzione sta diventando un compito sempre più prioritario. L’attenzione forma il carattere di una persona, perché sviluppa la particolare capacità di cogliere l’essenziale e di lavorare su di sé. Ad esempio, quando uno studente si pone la domanda “chi voglio essere da grande”, incomincia a focalizzare la propria attenzione verso il futuro e un progetto di vita. La capacità di focalizzarsi su se stessi è l’arte di far riflettere, ovverosia guardarsi dentro. Ci sono tantissimi adolescenti che vagano nel buio, in un atteggiamento di disinteresse e disattenzione generale. È importante dunque comprendere che educare l’attenzione significa mettere un educando nelle condizioni di dare del proprio meglio.
Chi si sente confuso e disorientato diventa passivo, sfiduciato e impotente. Dovremmo dunque incominciare a rivedere il nostro modo di educare l’attenzione, favorendo tutte quelle attività che mettono un educando in contatto con se stesso.
Bisognerebbe istituire delle palestre in cui i nostri studenti possano allenare il muscolo dell’attenzione. Un sistema molto efficace è quello di stimolare l’osservazione. Si può proporre loro un concetto, un aforisma, un problema o una teoria invitandoli a fare delle osservazioni in un tempo limitato, che in un secondo momento saranno raccolte e condivise. Quando uno studente incomincia a essere coinvolto in un processo d’osservazione, automaticamente la sua attenzione aumenta. Osservare significa guardare con attenzione e con metodo in modo preciso. In latino la radice di osservare è “ob” che vuol dire “ciò che hai di fronte” e “servare” deriva dalla stessa radice di servo, il cui significato è servire. “Observare” vuol dire mettersi a disposizione di ciò che sta di fronte a noi. L’osservazione diventa dunque un’opera fondamentale: è la capacità di dedicarsi interamente a ciò che è fuori di noi, ma anche dentro di noi se ci mettiamo di fronte a noi stessi. Una massima orientale dice: “Insegna a tuo figlio a tacere, perché a parlare imparerà da solo“. Questo proverbio ci suggerisce quanto sia importante educare al silenzio. In oriente la mente viene paragonata ad una scimmietta dispettosa che salta da un ramo all’altro di un albero. Se si vuole ottenere attenzione bisogna educare la scimmietta a rimanere ferma sul ramo dell’albero da noi selezionato. Una scimmietta che viene continuamente richiamata, ad un certo punto comprende che deve ubbidire alla voce del padrone e in questo caso è la volontà che deve dare i comandi. E’ da molti anni che insegno agli studenti come educare l’attenzione ed ho scoperto che è possibile, in poche settimane, aumentare in modo considerevole la loro capacità attentiva. Basta stimolare questo muscolo prezioso e sono loro stessi che apprezzandone il valore e l’utilità decidono di svilupparla sempre di più. Educare l’attenzione è dunque un progetto di fondamentale importanza che dobbiamo assolutamente proporre come strumento atto a favorire la piena realizzazione delle potenzialità presenti in ciascun studente.
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Metodo di studio e Motivazione