Dove si trova la felicità?
E’ necessario distinguere ciò che possiamo raggiungere in termini di felicità rispetto a ciò che, come un miraggio, ci attira lasciandoci a mani vuote.
«La parola “progetto” serve a indicare che una felicità dettata dalla soddisfazione dell’eros, in termini infantili e narcisistici, non potrà mai condurre alla costruzione di una solida e stabile felicità. (…) Entrare in contatto con se stessi rivela la profondità, con gli altri la larghezza e con i valori etici-morali l’altezza. Ognuno ha il diritto di scegliere a chi e dove rivolgersi per individuare questi valori: Dio, una religione, una filosofia, l’arte, maestri di spiritualità, ecc. L’importante è chiedersi se ciò che viviamo ci appartiene intimamente, se aderisce in modo congruente alla fedeltà della persona che siamo. Ecco perché senza autenticità non vi può essere gioia. La mancanza di autenticità è il danno più grave che possiamo subire, perché prosciuga la linfa vitale che ci permette di divenire persone libere di utilizzare tutte le risorse del potenziale creativo di cui siamo dotati sin dalla nascita. La saggezza è la capacità di riconoscere che, per quanto sappiamo, non conosciamo mai abbastanza e che restare umili è l’unico modo per evitare di incancrenirsi nelle reti della superbia, della vanità o della dotta ignoranza» (da “Finalmente liberi. La gioia di essere autentici“, pp. 9-10).
Non si ottiene mai qualcosa se non si è disponibile a donare se stessi.
La felicità è un’utopia se la si ricerca nei posti o nelle situazioni sbagliate, ma diventa una realtà se la si ricerca sotto il faro della verità. Siamo consapevoli di dove si trova la vera ricchezza? Per realizzare un progetto occorre avere una visione chiara dell’obiettivo che si desidera raggiungere e una forte tenacia. La perseveranza è come una goccia che scava la roccia e rappresenta una continua ricerca di mezzi, idee, strategie e risorse per realizzare pienamente se stessi. Inoltre, è necessario scrollarsi di dosso la pigrizia mentale, un atteggiamento passivo che tende alla rinuncia, alla rassegnazione e a rimanere prigionieri di uno stato d’inerzia. La felicità non è un’emozione ma uno stato interiore che si realizza quando siamo impegnati nel “sognare grande” e nel dare libero spazio alle aspirazioni più autentiche di cui siamo costituiti.
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