Il ruggito dell’autostima
La fine del mondo è quando si cessa di avere fiducia. M. Ouellette-Michalska
Se penso alla mia adolescenza credo che avrei ottenuto un due come votazione alla parola autostima. Gli adolescenti hanno bisogno di accettarsi, riconoscersi nella loro individualità e comprendere che il giudizio altrui è molto meno importante della propria autoconsiderazione. Ecco perché oggi, da persona adulta, dedico molte energie nell’insegnare agli adolescenti il valore più corretto della parola autostima. Gli adolescenti e l’autostima hanno spesso un rapporto conflittuale e difficile, a partire dall’accettazione del sé corporeo. Il 95% degli adolescenti non si piace e avverte un profondo disagio a livello fisico che paragona a dei modelli di perfezione estetica irreali o poco raggiungibili. L’aspetto fisico è il biglietto d’accettazione sociale, perché chi ha un aspetto estetico più attraente è socialmente più ricercato dall’altro sesso ma anche dai coetanei del proprio sesso che si avvantaggiano dell’essere gli amici di un bel ragazzo o di una bella ragazza. L’autostima e gli adolescenti sono un binomio inscindibile per la prevenzione al disagio e alla devianza. Chi impara a stimarsi, accentando anche i propri limiti come dono e non come imperfezione, incomincerà a sviluppare un senso di maggiore sicurezza interiore e padronanza ambientale. In effetti, è evidente la differenza tra chi ha sviluppato una positiva immagine di sé e chi tende a sottovalutarsi mettendo in evidenza principalmente gli aspetti negativi della propria personalità. Ad esempio, un adolescente consapevole delle sue doti intellettive avrà un approccio totalmente diverso rispetto a chi teme di non esserlo e di non riuscire a studiare con buoni risultati. Aggiungo che spesso la mancanza d’autostima può generare degli atteggiamenti depressivi che non vengono quasi mai compresi dal mondo degli adulti poiché sono scambiati per pigrizia. Un adolescente che non si stima tenderà a ritirarsi in un suo guscio, a sviluppare molte fantasie e a rinunciare all’intraprendenza. La poca autostima riduce il raggio d’azione di un adolescente che dovrà costruirsi un suo bunker difensivo dove sentirsi al sicuro. E noi, come genitori, insegnanti e educatori, abbiamo sviluppato una matura autostima? Siamo capaci di ricevere critiche e di essere messi in discussione dagli atteggiamenti adolescenziali senza andare in crisi? Non si può guidare un adolescente verso l’autostima se per primi non ci siamo messi in cammino verso questa direzione.
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