«Cominciare da se stessi: ecco l’unica cosa che conta. In questo preciso istante non mi devo occupare di altro al mondo che non sia questo inizio». Martin Buber
Il tuo futuro è già qui, quando chiudi gli occhi e ti ascolti con sincerità, con il desiderio di conoscerti per quello che sei e non per quello che gli altri si aspettano da te. Il tuo futuro è già qui quando inizi a chiederti che cosa ti rende felice, sereno e in armonia con te stesso. Il tuo futuro è già qui quando sei capace di rimanere innamorato di un cielo colmo di stelle e di un mistero che sa di mille profumi tutti da scoprire. Il tuo futuro è già qui, perchè è depositato nello scrigno della tua anima che non aspetta altro che il risveglio della consapevolezza per prendere il volo.
Siamo come il fuoco: ardiamo continuamente nel presente eppure cambiamo sempre forma
«Ricordo che un giorno d’estate, intorno ai diciotto anni, io e mio cugino Valerio ci ritrovammo arrampicati sui rami di un vecchio castagno a chiederci: “Come saremo tra dieci anni? Ne avremo ventotto. Avremo realizzato i sogni della nostra vita?”. Ricordo quel momento con forte emozione, con un grande senso di possibilità di fronte a noi e un profumo di freschezza. Fu quell’episodio a darmi l’idea di scrivermi una lettera indirizzata al me del futuro. La spedii all’indirizzo di “due anni da qui”. Dopo che l’ebbi chiusa, per davvero, me ne dimenticai. La consegnai a mio cugino, sicuro che avrebbe capito l’importanza di quello che stavo facendo. Quando ricevetti due anni dopo quella lettera già un po’ ingiallita, rimasi straniato. Quel tipo del passato era già un estraneo per me? Aprii la lettera: la mia calligrafia, il tono emotivo, le parole che raccontavano di una vita già passata, eppure ancora così tanto mia e tanto presente, mi commossero profondamente. Dicevano qualcosa di più delle parole scritte. Dicevano che viviamo davvero quest’esistenza e che lasciamo una traccia, che siamo responsabili per la qualità con la quale viviamo la nostra vita. E che siamo come il fuoco: ardiamo continuamente nel presente eppure cambiamo sempre forma, non siamo più quello che siamo stati, eppure allo stesso tempo ci comprendiamo, ci includiamo. Siamo quello che siamo stati e molto di più.
Il futuro è il luogo verso cui ognuno di noi è inesorabilmente diretto.
Questo gioco-esperienza ha un valore terapeutico molto delicato e profondo. Quando dividiamo il nostro io nel sé del presente e nel sé del futuro, non facciamo altro che attribuirci dei ruoli. Il sé del futuro non esiste ancora eppure io lo immagino, rendendolo presente: esso accoglie in sé tutte le mie aspettative su come vorrei essere nel futuro, i miei desideri circa la mia personalità desiderata e la mia condizione di vita ideale. Questo non fa che rafforzare il ruolo del sé del presente, chiarendogli, attraverso questo trucco di decentramento, la direzione da intraprendere. Tanto che anche nella scrittura il sé del presente assumerà una variante di ruolo ancora più interessante: diventerà il “sé-saggio del presente”, capace di dare consigli, di affermare se stesso, di perdonare e comprendere anche gli sbagli futuri. Ecco che la lettera sarà così scritta proprio dal cuore del sé del presente. Molte persone, di tutti i tempi ed epoche, si sono rivolte a maghi, cartomanti e fattucchiere per conoscere il loro futuro. È un tema che ci sta a cuore, perché il futuro è il luogo verso cui ognuno di noi è inesorabilmente diretto. Eppure solo se interroghi profondamente il tuo presente, solo se scartabelli i tuoi sogni, i tuoi desideri, solo se sbirci tra le tue aspirazioni più autentiche, solo così potrai conoscere il tuo futuro. Il tuo futuro è già qui, è il seme sepolto tra i tuoi sogni. Nessuna sfera magica, nessun tarocco potrà leggerlo. Se non te stesso». Tratto dall’illuminante e preziosa pubblicazione di Andrea Picco “Dai più vita alla tua vita” pp. 32-33.
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