La sofferenza sana ci rende più forti dentro.
Siamo sicuri che la sofferenza sia una parola da utilizzare solo con un’accezione negativa? E se dietro questa parola vi fosse un tesoro nascosto cui attingere per dare del proprio meglio?
Imparare a crescere soffrendo: ecco cosa manca ai bambini e agli adolescenti, nonché alcuni adulti d’oggi. La sofferenza non è mai positiva quando è fonte di frustrazioni insostenibili, di gravi ingiustizie, di amari tradimenti o feroci maltrattamenti d’ogni genere. La sofferenza, se insopportabile, può diventare un macigno che travolge la nostra esistenza. In queste situazioni è utile sviluppare un atteggiamento resiliente, richiedere il sostegno altrui o ricorrere a qualsiasi forma d’aiuto. Ho bene in mente alcuni passaggi della mia vita in cui la sofferenza era come un cielo di pece nera che offuscava la vista delle stelle. Ricordo con angoscia le ultime ore di vita di mio padre consumato dal cancro e il sentirsi impotente davanti a quella devastazione del corpo. No, non è questa la sofferenza di cui abbiamo bisogno, anche se è in quelle ore che ho avvertito la vacuità dell’esistenza e iniziato a dare valore a ciò che realmente conta: le relazioni umane e il non sprecare tempo nelle futilità. La vita scorre che noi siamo consapevoli o meno, attenti o distratti ai valori che contano, presenti o assenti alla bellezza in essa presente. La vita è un fiume che fa il suo corso, sia che ne diveniamo attori o spettatori. Imparare a crescere soffrendo significa comprendere che l’esistenza porterà sempre delle spine che pungeranno la nostra sensibilità e graffieranno la pelle dell’anima. Sarebbe più giusto non subire le tempeste del dolore, evitare di cadere nei tranelli della falsità altrui e dei tradimenti (anche noi tradiamo noi stessi quando ci dimentichiamo chi siamo e veniamo meno alla fedeltà dell’essere), ma forse senza queste esperienze non potremmo mai entrare nel mistero della vita umana e comprenderne il senso più vero.
La sofferenza è fatica, impegno, sacrificio, autodisciplina e, se necessario, compiere delle rinunce per fortificarsi e raggiungere ciò che più si desidera.
Imparare a crescere soffrendo significa integrare la presenza del dolore con le forze del bene, sapendo che dal bene nasce sempre un progetto di guarigione, di rigenerazione e di elaborazione. Non si tratta di fare sconti a ciò che va chiamato con il suo nome, perchè il male fa male e genera distruzione dentro e fuori di noi. L’eterna guerra tra il male e il bene non cesserà sino a quando vi saranno uomini sulla terra. Ognuno ha il compito di decidere in quale esercito schierarsi, sapendo che non scegliere il bene è già divenire involontari complici del male. Ponzio Pilato si è lavato le mani ma non per questo la sua scelta è stata neutra o ininfluente. Assistere a un’ingiustizia e fare finta di niente non ci rende responsabili del crimine commesso ma complici di non aver fatto nulla per evitarlo. Imparare a crescere soffrendo è una palestra di vita quando essa diventa un educazione al sacrificio, all’impegno, all’autodisciplina e alla rinuncia della gratificazione immediata per un bene superiore. La sofferenza è pedagogica quando educa a sviluppare la forza di volontà, la resistenza alla fatica e l’assidua dedizione a un compito (ad esempio, scolastico o sportivo). L’abitudine a trovare sempre la via più facile, le scorciatoie che vogliono evitare le salite del duro impegno portano un adolescente a divenire prigioniero dell’abitudine ad adagiarsi in una zona di comfort di cui diverrà presto inconsapevole prigioniero. “Non ho voglia di studiare”, mi dicono molti studenti ed essi non sanno che sono già schiavi di un atteggiamento che impedirà loro di assaggiare il sapore della vittoria più importante che c’è: dare del proprio meglio per sentirsi fieri di sé, al di là del risultato finale. La vita, prima o poi, ci chiede di stringere i denti, di tener duro, di resistere, di cadere e rialzarsi. La vita ci chiede di divenire persone forti dentro, decise e determinate a raggiungere la vetta dei desideri più veri. La vita chiede a ciascuno di noi di imparare a crescere soffrendo, sapendo che siamo tutti degni di serenità, di gratificazioni e di un futuro in cui brillano le stelle dei desideri più veri.
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