Lavorare su se stessi è la migliore forma d’investimento.
«Il talento ti viene dato da Dio: sii umile. La fama ti viene data dagli altri uomini: sii grato. La presunzione ti viene data da te stesso: stai attento». John Wooden
Quando vogliamo cambiare gli altri, difficilmente otteniamo dei risultati. Ma quando attraverso il cambiamento che operiamo in noi stessi ci avviciniamo al prossimo ecco che, magari senza volerlo e a livello inconscio, esercitiamo un’influenza positiva o diveniamo fonte d’ispirazione che può accendere in chi incontriamo il desiderio di cambiare. Lavorare su se stessi è la migliore forma d’investimento che si può fare per cercare di superare il recinto dei falsi limiti e scoprire la ricchezza delle potenzialità. La rigidità mentale è un serio ostacolo al lavorare su se stessi, perchè è solo agendo in modo diverso che possiamo ottenere risultati diversi. Se provassimo a fare la lista delle nostre attività mensili, quante di esse sono ripetitive e quante generatrici di nuove scoperte e nuovi comportamenti? Lavorare su se stessi richiede, come primo elemento, la capacità di essere onesti nel riconoscere la verità di ciò che siamo, perchè se recitiamo delle parti o ci raccontiamo quello che ci fa più comodo difficilmente potremo intraprendere il viaggio dell’evoluzione personale.
Lavorare su se stessi significa progredire nella strada del continuo e costante miglioramento.
In secondo luogo, occorre prendere delle decisioni che ci aiutino a lavorare su stessi in modo efficace e produttivo. Circa vent’anni fa mi trovai a dover fare i conti con il maremoto dell’angoscia interiore e di una profonda crisi esistenziale. Decisi di chiedere aiuto, superando vergogne, inibizioni e imbarazzo, perchè stavo precipitando nel vuoto e anche l’ultimo paracadute aveva smesso di sorreggermi. Fu in quel momento che inizia, tra le altre cose, a scrivere un libro “Volersi bene, viaggio verso il vero sé”, nel tentativo di mettere ordine nel mio disordine. «Se non agiamo nulla si muove, né dentro né fuori di noi. Ed è riaprendo il cuore che il vento dell’azione si alzerà, prima come una leggera brezza e poi con forza impetuosa, per condurci alla realizzazione del nostro “vero Sè”». In terzo luogo, lavorare su stessi richiede la capacità di potersi misurare con dei criteri di riferimento oggettivi per ricevere dei feedback realistici. La capacità di richiedere critiche e di lavorare su di esse per migliorarsi non è una dote così comune. La serenità si ottiene se si lavora umilmente e con tenacia sulla formazione del proprio carattere. L’obiettivo di dare del proprio meglio in virtù delle proprie capacità e il riconoscimento dei propri limiti è ciò che ci permette di lavorare, ogni giorno, su stessi con entusiasmo, determinazione e pragmatismo.
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