Famiglia e scuola sono due gambe dello stesso soggetto educativo. Se una delle due sgambetta l’altra chi cade è l’adolescente.
Un genitore prende a botte un vicepreside, perchè si è permesso di reguardire il figlio. In provincia di Cesena un alunno delle medie colpisce in faccia l’insegnante che cerca di calmarlo. Sono solo due dei tanti episodi che sempre più frequentemente vedono lo scontro genitori/figli contro gli insegnanti. Da sempre vi sono stati conflitti tra la famiglia e il mondo della scuola ma vi era una linea di demarcazione che quasi nessuno si permetteva di oltrepassare: il rispetto reciproco. Non tutti gli insegnanti si comportano in modo corretto nei confronti dei propri alunni ma questo non giustifica, da parte dei genitori o degli studenti, la violenza, il sopruso o la vendetta. Nessuno è perfetto, tutti sbagliamo. Pensare di farsi giustizia con l’arroganza è passare dalla parte dell’illegalità. Un genitore che usa la violenza sta trasmettendo un messaggio diseducativo e sbagliato. Se un insegnante sbaglia lo si affronta con il dialogo e, se non cambia atteggiamento, lo si denuncia presso le sedi competenti. Questo è ciò che un genitore ha il dovere di fare per proteggere un figlio. Ma i figli non hanno sempre ragione e non vanno difesi quando assumono comportamenti scorretti. Avvallare o giustificare un comportamento negativo è un boomerang che tornerà indietro e che colpirà genitori e figli. Un genitore che toglie l’autorità educativa agli insegnanti non sa che la sta togliendo a se stesso. Oggi tocca all’insegnante ma domani toccherà al genitore fare i conti con un adolescente privo di morale e di coordinate valoriali. Scuola e famiglia sono due gambe dello stesso soggetto educativo: se una delle due sgambetta l’altra chi cade è l’adolescente stesso. E’ importante riprendere in mano le redini dell’educazione stabilendo un alleanza educativa che, nel rispetto delle diverse funzioni, produca un senso di collaborazione reciproca per formare il carattere morale delle donne e degli uomini del domani. Se ciò non avviene l’esito è certo: si andrà incontro ad un inevitabile sconfitta educativa.
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