Perchè si va in crisi?
Ritornare ad essere se stessi è un viaggio che dona ciò che di più vale: la pace, la leggerezza e la vitalità.
Sino a che punto è possibile mentire a se stessi recitando dei ruoli che non ci appartengono? L’essere umano può mentire sapendo di farlo, ma se questa finzione nasce già nella prima infanzia si corre il rischio di interpretare così bene questa recita da convincersi che la propria maschera sia il proprio volto. A questo punto la struttura del “falso sé” è così imponente da schiacciare quella del “vero sé”. Detto in questi termini sembra che non vi sia una via d’uscita ma non è così. Come mai? Se è vero che l’abitudine a mentire può diventare un atteggiamento del tutto spontaneo e naturale, è anche vero che la zona dell’intimo sentire non cessa mai di produrre la fiamma dell’autenticità. E’ come se dentro di noi vi fosse una zona in cui la reale natura del nostro essere non può mai essere del tutto uccisa e sepolta dalle macerie della finzione. Questa parte di noi è come un guerriero dal cuore impavido che lotta per l’affermazione della vera libertà che nasce sempre dalla luce della verità. E come può l’istanza della nostra reale natura farsi sentire se nessuno le dà udienza? Il modo migliore per farsi ascoltare è di mandare avanti degli araldi che, anche se si è totalmente oscurati dall’affabulazione o dalla mistificazione, si fanno ricevere alla corte della coscienza di sè in modo autorevole: essi sono le malattie psicosomatiche, l’ansia, la depressione o l’angoscia. Accade che, tutto ad un tratto, un evento inaspettato (ad esempio, una crisi di panico) sconvolga la vita di chi è abituato a tenere tutto sotto controllo, mettendolo in ginocchio nonostante egli faccia di tutto per restare in piedi. La verità è che non possiamo reprimere desideri, aspirazioni o bisogni profondi senza ammalarci, perchè come un corpo è sano quando è ben nutrito e in movimento, così la vita interiore dell’essere umano se non è alimentata dall’autenticità del proprio essere si ammala. Continuare a rimandare l’appuntamento con se stessi e il diritto alla felicità non è amare se stessi, ma divenire sempre più una terra arida e un albero senza linfa vitale. Ecco perchè dovremmo cogliere le crisi come un vento per rinascere e riprende in mano le redini della crescita interiore. Quando si è nella bufera può apparire un’impresa impossibile ma se ci affidiamo al buon Dio e a qualcuno che ha già attraversato questa tempesta, è certo che ne verremo fuori.
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