La comunicazione assertiva.
Comunicare in modo assertivo, è guadagnare la libertà di essere se stessi, lontano dai timori di perdere l’accettazione e l’approvazione altrui o di essere rifiutati.
L’assertività è un atteggiamento in cui si mette al primo posto l’amore per se stessi ed è un comportamento in cui si attua un sano rispetto di sé nella consapevolezza che nessuno può dare all’altro ciò che non ha già dentro se stesso. Chi comunica in modo assertivo semplifica il processo comunicativo, poiché il suo modo di essere persona autentica e diretta genera un clima più disteso e predisposto al reciproco ascolto. Lo stile assertivo mette in moto un bene contagioso, perché si diventa modello di una comunicazione equilibrata e positiva, offrendo all’altro la possibilità di assumere un atteggiamento simile.
Facciamo un semplice esempio: un nostro amico il sabato pomeriggio ci invita ad andare al cinema a vedere un genere di film che già sappiamo essere all’opposto delle nostre preferenze. Come possiamo rispondergli?
- Gli diciamo brutalmente che i film che vede lui sono veramente ridicoli oppure che non hanno abbastanza “spessore”. Egli, con ogni probabilità, si sentirà risentito dal nostro giudizio, anche perché, se è molto suscettibile, ciò che abbiamo espresso non verrà da lui semplicemente circoscritto al film ma esteso anche alla sua persona! Se la nostra reazione è stata molto brusca e secca, difficilmente in futuro questa persona ci farà un’analoga richiesta!
- Temiamo di ferirlo se gli diciamo di no e così lo accontentiamo; magari ci sono delle valide ragioni per le quali non vogliamo deluderlo (è possibile che stia attraversando un brutto periodo, è da solo, la sua ragazza lo ha lasciato, ecc…). Tuttavia, assecondando la sua richiesta, trascuriamo i nostri reali interessi e trascorreremo uno dei sabati più noiosi e inutili dell’anno. Inoltre, potremmo provare un inconscio risentimento nei suoi confronti arrivando a pensare: “Altro che buon amico; se mi conoscesse, saprebbe che io odio questo genere di film”.
- Decidiamo di essere onesti con noi stessi e con lui e in modo pacato ma deciso gli comunichiamo il nostro disaccordo, dicendogli che quel film non riflette il genere che abitualmente guardiamo. Poi, gli proponiamo di vedere un altro film in programmazione o, se non si trova un accordo, una modalità alternativa di trascorrere la serata che soddisfi entrambi. Il nostro amico, potrà inizialmente rimanere deluso ma certamente non si sentirà offeso dal nostro garbato rifiuto, accettando di buon grado la nostra doppia proposta positiva: un altro film o un’altra attività serale da condividere insieme. E noi come ci sentiremo con noi stessi? Certamente soddisfatti di essere stati capaci di affermare con onestà e rispetto la zona «dell’intimo sentire» (Carl Rogers).
Nella prima risposta abbiamo utilizzato uno stile aggressivo, che tende a creare relazioni basate sui principi della squalifica o del disprezzo («tu non sei ok»). Nel momento in cui accettiamo una proposta che non ci piace, significa che non sappiamo affermare ciò che realmente sentiamo o pensiamo, utilizzando uno stile passivo («io non sono ok»). Lo stile assertivo ci permette di comunicare in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni senza dover offendere né aggredire l’interlocutore o subirne la sua prepotenza («io sono ok» – «tu sei ok»). Il termine assertività deriva dal verbo asserire: affermare in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni, idee o opinioni. Negli anni Settanta gli psicologi statunitensi Alberti ed Emmons, insieme a Manuel J. Smith, hanno reso popolare il termine assertività definendolo come «un comportamento che permette a una persona di agire nel suo pieno interesse, di difendere il suo punto di vista senza ansia esagerata, di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i suoi diritti senza ignorare quelli altrui». In origine nella lingua inglese il verbo “to assert” significava “mettere uno schiavo in libertà”.
In sintesi, comunicare in modo assertivo, è guadagnare la libertà di essere se stessi, lontano dai timori di perdere l’accettazione e l’approvazione altrui o di essere rifiutati. (Tratto dalla pubblicazione “Le chiavi della comunicazione per costruire relazioni efficaci”).
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