La disperazione si vince con la speranza.
Un conto è essere disperati, un altro disperanti. E’ l’assenza della speranza il pericolo più grande che l’uomo può sperimentare.
Come attraversare le notti dell’anima? E’ facile essere felici quando le cose vanno bene. Sino a quando non siamo toccati in prima persona da qualche evento che scalfisce le nostre certezze e mette in discussione le fondamenta della nostra esistenza, difficilmente cadiamo nella valle oscura della disperazione da cui spesso nasce la nebbia della depressione. Bisogna evitare di giudicare il comportamento di chi non ce la fa ad andare avanti e sostenerlo con forza e decisione affinché possa cogliere quel raggio di luce che indichi la via d’uscita dal tunnel nero in cui egli si trova. Come ho avuto modo di scrivere: «Ci sono anche le notti dell’anima nel cammino verso la “vera libertà”. Notti in cui il buio interiore è più forte di ogni luce, di ogni richiamo, di ogni germoglio di speranza. Notti in cui ci si sente inghiottire da una voragine d’angoscia senza fondo. Notti in cui non vi è luogo, persona o preghiera capace di placare il bollente ribollio del tormento interiore. Sono le notti più oscure, le più addentellate di spine d’ansia, le più terribili da sopportare, dove la tentazione di chiudere la porta in faccia alla vita si fa molto forte. E non c’è una brezza di pace, un raggio di speranza, un sospiro di rassegnazione; non c’è proprio nulla che può placare questo tormento sempre più acuto, più penetrante, più tagliente. Sono le notti dell’anima. Sono le notti dove si leva quel sordo eppure così acuto urlo di disperazione: “Ma che senso ha vivere?”. E poi trascinare il proprio pesante corpo da un luogo all’altro, fare finta di sorridere, non avere neanche più la forza di ribellarsi mentre un giorno non ha mai fine» (Tratto da “Volersi bene“, p. 209).
La lanterna della speranza può essere accesa in mille modi: l’importante è trovare quello giusto!
E’ importante, in questi momenti, saper scegliere le persone giuste e gli strumenti più idonei ad attraversare questo deserto interiore. Il buio della depressione è un male che opprime e offusca la vista del futuro. Quando in questo buio non arrivano i raggi della speranza, vivere diventa un peso insopportabile. Eppure, dentro di noi vi è una straordinaria forza interiore, la capacità di rimanere in piedi anche quando tutto ci dice che dovremmo crollare come pugili sfiniti. Vi sono tante testimonianze di uomini e donne che hanno saputo resistere alle tempeste e che ci hanno insegnato a non cedere, ad andare oltre, a credere nella bellezza della vita e ad aggrapparsi a dei forti valori per non rassegnarsi alle fauci del dolore, dell’ingiustizia, del trauma o della perdita. Diventa fondamentale sapere come attivare questa forza interiore. Credo che la spiritualità ha un ruolo fondamentale in questi momenti così difficili, perchè un’anima che è cresciuta ogni giorno in un cammino di fede è più pronta ad affrontare i giorni del dolore. Vi è una preghiera che ho avuto modo di scrivere in un momento difficile della mia vita che personalmente mi sostiene e mi rassicura. Spero che per qualcuno/a di voi possa essere una fonte d’ispirazione per affrontare con maggiore forza e serenità le notti dell’anima.”Dio è la mia roccia, Dio è la mia salvezza, Dio è la mia ancora. Dio è tutto per me. Non mi lascerò annegare nella disperazione, perchè tu, mio Dio, sei mio Padre, Colui che mi vuole salvare e che mi vuole guarire dal male che mi attanaglia dentro. Dio, poco importa se non sento nulla, perchè so che tu sei un Dio fedele, un Dio che mi sostiene anche quando io non lo avverto. Ed con questa preghiera che chiudo gli occhi, ti offro il mio dolore e la mia mano per camminare insieme a te“.
Ti potrebbe interessare il test psicodiagnostico per giovani e adulti
Ti potrebbe interessare la pubblicazione “Volersi bene Viaggio verso il vero sé“