Perchè tanta sofferenza?
A volte sembra che Dio sia assente dalla storia dell’uomo, come in questi giorni segnati dalla pandemia del Coronavirus. Per chi non ha fede tutto questo dimostra che Dio non esiste, ma per chi ha fede che significato può avere il dolore che stiamo vivendo in questo tempo?
Da sempre l’essere umano davanti alla sofferenza si trova smarrito, confuso, angosciato. Come può Dio permettere tanto male sulla terra? E’ questa una di quelle domande che richiedono un’attenta e profonda meditazione. Dio ha donato all’uomo la libertà e si presenta, tramite i profeti e suo figlio Gesù, come Colui che salva e guarisce. Anche quando sembra assente, Dio è sempre presente nella vita dell’uomo e ascolta il lamento di dolore dei suoi figli come è stato descritto nell’Antico Testamento, attraverso la storia di salvezza del popolo ebreo. E’ vero, a volte sembra proprio che Dio sia assente. Quando a 19 anni ho perso mio padre, spesso mi sono chiesto perchè proprio alla mia famiglia doveva capitare una simile disgrazia e credo che molte persone colpite dal lutto del Coronavirus si stiano chiedendo lo stesso. Ma perchè mai Dio dovrebbe essere così lontano dal nostro dolore o addirittura la causa della nostra sofferenza? Vi è una domanda che ci può aiutare ad entrare in punta di piedi in questo mistero: da dove si origina la sofferenza dell’uomo? E’ Dio che ci fa soffrire o è la condotta dell’essere umano che genera tanto dolore sulla terra? Se l’essere umano non è capace di dare valore alla libertà che riceve può, tramite essa, procurare e/o procurarsi del male. E’ facile dare la colpa agli altri per i nostri errori e difenderci con mille scuse per i nostri sbagli ma è più difficile assumersi la responsabilità delle proprie scelte e condotte. L’essere umano spesso cade in un delirio di onnipotenza che lo rende avido di potere e di conquiste materiali, dimenticando che “non si solo pane vive l’uomo“. La visione egocentrica dell’esistenza porta a pensare che il mondo deve girare attorno alle proprie istanze narcisistiche. Quando ci si sente forti e pieni di vigore ci sentiamo capaci di compiere grandi imprese ma quando ci sentiamo tristi, deboli o ammalati possiamo scoraggiarci o maledire la sventura, arrivando ad imprecare contro Dio.
Eppure, per chi ha fede, lo scopo della vita è di compiere la volontà di Dio anche nel momento della prova, come ci insegna Gesù nell’orto degli Olivi: “Padre, se è possibile allontana da me questo calice; sia fatta non la mia volontà, ma la tua“. Il misterioso silenzio di Dio può essere un mettere alla prova la nostra fede, il verificare se siamo nella verità, nella giustizia e nella pace di coloro che, pur nel martirio della sofferenza, non smettono di credere nell’amore del Padre nostro che è nei cieli. Il misterioso silenzio di Dio non è dunque assenza, ma un’opportunità per crescere come uomini e donne che si affidano alla fede per vincere il male e per non cedere alla tentazione di farsi vincere dalla disperazione. Il misterioso silenzio di Dio è una lezione che ci può insegnare a vivere in modo più maturo la nostra vita di fede e persino a riscoprirla nella sua essenza più pura, perchè è nel momento del buio che è ancora più importante accendere la candela di una speranza che trova fondamento nella presenza di un Dio salvifico. Dio ci insegna che l’unico modo per vincere la sofferenza è di portarla con amore, perchè è nella vicinanza umana, nella reciproca solidarietà e nella socializzazione del dolore che possiamo riuscire a sopportare il peso di questa situazione così difficile che stiamo vivendo.