Quella fame di carezze che è in tutti noi…
“Se prima di guardarmi mi sorridi. Se mi ascolti veramente. Se mi tocchi con dolcezza e tenerezza io crescerò, crescerò veramente”, disse il bambino alla madre.
In ciascuno di noi vi è una fame di carezze che rivela il bisogno di essere riconosciuti e amati dall’altro. Ricevere amore non è un qualcosa di cerebrale ma è un atto affettivo che si compie attraverso la parola e il linguaggio della corporeità. Ognuno di noi diventa pienamente umano nella misura in cui si sente nutrito da questo amore caldo, generoso e pulito, ovverosia senza erotismo (la ricerca del piacere). Quando si è nutriti in questo modo la pace, la pienezza, la leggerezza e un senso di comunione spirituale sono profondamente avvertiti dentro di sé. Noi cresciamo solo nella misura in cui siamo nutriti dal calore dell’affetto altrui, perchè come solo l’acqua disseta il corpo, così solo l’amore disseta quella fame di carezze insita nella nostra natura umana. Ma come facciamo a nutrire i nostri figli o le persone che amiamo, se a nostra volta non siamo stati sufficientemente amati? Non si diventa persone mature e pienamente realizzate in modo automatico, perchè non è il solo istinto genetico che guida la crescita dell’uomo.
Se non vi sono le condizioni giuste anche la più forte delle piante può morire. Ecco perchè è importante raccogliersi nella stanza delle coccole, espressione utilizzata da Virginia Satir, per ricevere un nutrimento non solo psicologico ma anche spirituale. Abbiamo tutti bisogno di riprendere fiato, di rigenerarci e di rinvigorirci, altrimenti lentamente ci spegniamo come un fuoco che non riceve più legna. E’ questa assenza di carezze che causa tanta sofferenza nelle relazioni affettive. Senza che magari nessuno lo voglia avviene un lento, quasi impercettibile, spegnersi della passione iniziale, una diminuzione dei battiti accelerati e la perdita dello stupore colmo di freschi sguardi innamorati. Non si diventa più capaci di far sentire al “tu” quanto lo amiamo, lo pensiamo, lo conosciamo e gli vogliamo bene. La stanza delle coccole è un luogo sacro, è il luogo dell’intimità psicoaffettiva, del ritrovarsi a guardare lo stesso cielo di stelle per non sentirmi mai così lontani. Mi piace pensare che la stanza delle coccole può essere creata in qualsiasi luogo, persino al lavoro, nei supermercati o nelle strade, perchè basta un sorriso, un gesto gentile, una sincera parola di conforto o di apprezzamento per far scorrere la linfa vitale del nutrimento del cuore, di cui tutti abbiamo così bisogno.
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