Dall’illusione alla realtà.
Uscire dalla propria caverna è l’atto della consapevolezza che ci fa prendere coscienza del nostro limitato sistema di credenze e convinzioni.
Anche se non ce ne rendiamo conto siamo tutti chiusi nella caverna delle nostre credenze/convinzioni su cui abbiamo costruito la percezione della realtà. Platone aveva descritto questa condizione d’ignoranza con il mito della caverna, immaginando un uomo che vede delle ombre proiettate su di una parete che scambia come reali. Uscire dalla propria caverna non è facile, perché significa rimettersi in discussione e rivedere con occhio critico il proprio modo di pensare nonché di sentire. Quando costruiamo un sistema di credenze e convinzioni è come se trovassimo degli appigli su cui poggiare la nostra visione sulla vita. L’attaccamento alle proprie convinzioni può essere così forte che se qualcuno le minaccia o le mette in discussione ci irrigidiamo ancora di più. I due assi portanti della nostra psiche sono l’appartenenza e il senso dell’identità. Nel senso d’appartenenza c’è la socializzazione, la vita affettiva, lo scambio relazionale. Nell’identità vi sono i nostri valori, le nostre idee, il sistema di credenze su cui poggiamo le decisioni e i comportamenti di ogni giorno. E’ tramite l’appartenenza e il senso d’identità che troviamo la sicurezza interiore, elemento fondamentale per affrontare il viaggio della vita. Uscire dalla propria caverna è ampliare la visione sul senso dell’esistenza e potersi incamminare nella strada della conoscenza, alla ricerca di una verità meno ristretta e più assoluta. Ma che cosa succede se all’improvviso usciamo dal buio della caverna alla luce del sole? Restiamo accecati. Ecco perché la crescita personale non ha bisogno di fretta ma di tempi lenti cadenzati dal ritmo della pazienza e dell’onestà intellettuale. E se una volta usciti dalla caverna abbiamo scoperto una grande bellezza che desideriamo comunicare a chi ci vive dentro, che cosa potrebbe capitare? Nelle migliore delle ipotesi verremo giudicati per insani di mente e respinti fuori con violenza. Il punto è che uscire dalla caverna non può essere un atto forzato, perché la conoscenza è un processo che richiede un risveglio interiore e la nascita di una nuova alba: la consapevolezza! Noi possiamo solo annunciare quanto infinito c’è fuori la caverna, testimoniandolo con amore, rispetto e gioia.
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