Liberiamoci dalla paura!
Quando siamo assillati dalle paure delle ombre del nostro passato le nuvole grigie del pessimismo e della rassegnazione oscurano i campi dorati di grano e invece di incominciare a correre come persone libere verso il sole, ci nascondiamo dietro i massi delle nostre paure.
Come affrontiamo ogni nuovo giorno? Ogni giorno noi possiamo decidere di guardare la realtà in modo positivo o negativo. La vita ci chiama per nome e ci invita ad assumere una posizione di fiducia o di sfiducia, di pessimismo o di ottimismo, di disperazione o di speranza. Sulla base del nostro atteggiamento avremo visioni diverse sul come affrontare il passato, il presente e il futuro. Nell’Antico Testamento è narrata la storia del popolo ebreo che sotto la guida di Mosè inizia un cammino verso la Terra Promessa, simbolo di pace, gioia e libertà. All’uscita dell’Egitto i figli d’Israele iniziarono un cammino affascinante, pieno di sfide e di avventure verso la terra che Dio aveva promesso ai patriarchi. Dopo varie incredibili esperienze, il passaggio del Mar Rosso, l’alleanza del Sinai, arrivarono a Kades, la porta d’ingresso di Canaan. Allora Mosè decise di far giungere delle buone novelle dalla terra della speranza per incoraggiare il popolo ormai stanco e oppresso dalla monotonia. Come leaders scelse dodici uomini coraggiosi ed intelligenti, capaci di strisciare come il serpente, di mimetizzarsi come il camaleonte, affinché riportassero informazioni obiettive e veraci dalla terra che si proponeva loro come una sfida. Andando in esplorazione li incaricò di osservare scrupolosamente ogni minimo dettaglio, di analizzare realisticamente i dati, tanto quelli positivi quanto quelli negativi.
In che modo orientiamo la bussola dell’atteggiamento interiore?
Dopo 40 giorni tornarono dall’esplorazione del paese e andarono a trovare Mosè, Aronne e tutta la comunità degli israeliti. Essi ritornarono portando informazioni di segno opposto: positivo e negativo, duplice nell’aspetto come la vita stessa o come una sinfonia che conosce i toni alti e i toni bassi. Dieci di essi raccontarono che era impossibile accedere a questa terra piena di insidie e nemici imbattibili. Due di essi, al contrario, parlarono con entusiasmo di questo nuovo paese, portando i frutti e descrivendo la bellezza dei luoghi. Caleb, rappresentante della Tribù di Giuda, calmando il popolo che mormorava contro Mosè disse: “Andiamo presto e conquistiamo il paese perché è certo possiamo riuscirvi”. Ma come reagì la moltitudine del popolo ebreo? Con l’atteggiamento della paura che li portò ad esclamare: «Noi non saremo capaci di andare contro questo popolo perché è più forte di noi». Queste parole del popolo indicano l’incapacità a liberarsi dai condizionamenti del passato (anni di schiavitù) e dunque di misurare le loro forze reali. E’ un po’ quello che succede a noi quando rimaniamo prigionieri di ferite o vissuti negativi che hanno tarpato le ali del coraggio e della fiducia in noi stessi. Tante volte la paura ci schiaccia e ci impedisce di compiere quelle scelte coraggiose che danno pieno compimento alla realizzazione del Progetto Felicità. Quando siamo assillati dalle paure delle ombre del nostro passato le nuvole grigie del pessimismo e della rassegnazione oscurano i campi dorati di grano e invece di incominciare a correre come persone libere verso il sole, ci nascondiamo dietro i massi delle nostre paure. Ma quando riscopriamo il potere della fede nelle nostre risorse, nei talenti in noi presenti, nella capacità di apprendere, di guarire, di migliorare e nella forza della vita, diventiamo capaci di imprese che per chi si trova nell’ombra delle sue paure sono impossibili, poiché la paura ci schiaccia, la fede ci eleva.
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