Che ruolo hanno le emozioni?
Dietro ogni emozione c’è un messaggio che va ascoltato, compreso e gestito per favorire il cammino della maturazione.
Le emozioni hanno un ruolo fondamentale per tutto l’arco della vita ma è proprio durante il periodo dell’adolescenza che bisogna imparare a conoscerle e a gestirle. I genitori fanno fatica ad affrontare le emozioni dei propri figli adolescenti, soprattutto se sono connotate dalla rabbia e dalla tristezza. Ma che cosa avviene nella mente di un adolescente? È importante sfatare alcuni miti che circondano l’adolescenza e che sono stati studiati dalla scienza. Una delle convinzioni più diffuse riguarda il fatto che siano gli ormoni a far impazzire gli adolescenti. Se da una parte è vero che in questa fase adolescenziale vi è un aumento dei livelli di alcuni ormoni, lo è altrettanto che si assiste allo sviluppo di alcune parti del cervello che hanno il compito di regolare la gestione delle emozioni. Una delle più importanti aree è la corteccia prefrontale del cervello che si occupa del ragionamento e del controllo. Questa area ha delle connessioni con il sistema limbico, implicato nei processi delle emozioni. La corteccia prefrontale finisce di svilupparsi oltre il 20º anno di vita. Da ciò si deduce che gli adolescenti sono maggiormente predisposti nel subire la mareggiata delle onde emotive. Molti adolescenti non sanno, ad esempio, gestire l’emozione della rabbia. La rabbia è una risposta naturale ed adattiva che ci permette di difenderci nel momento in cui siamo attaccati o percepiamo una minaccia. È un’emozione che varia dalla lieve irritazione all’ira incontrollata. Sarebbe sbagliato pensare che un adolescente arrabbiato abbia dei problemi, perché a volte sono proprio coloro che la reprimono che cadono in stati di profondo malessere. Il problema è di ascoltare la rabbia e di aiutare gli adolescenti a riconoscerla e a capirne il significato più profondo. Un’altra emozione molto presente è la tristezza, che spesso è considerata come un’emozione negativa da evitare a tutti i costi. Ma perché si diventa tristi? Anche la tristezza, come le altre emozioni, ci offre un vantaggio evolutivo poiché ci spinge ad ascoltare l’angoscia o il vuoto interiore e a fare un salto di qualità nell’elaborazione del proprio vissuto. Il problema si pone quando questa tristezza diventa una depressione patologica o, ancora peggio, viene tenuta nascosta perché si ha paura di coinvolgere i genitori o di mostrarsi deboli. Un sistema che molti adolescenti usano per non entrare in contatto con l’emozione della tristezza è distrarsi o dedicarsi ad attività che procuri loro uno stato d’euforia. A volte vi sono adolescenti che si mostrano falsamente felici e che negano a se stessi la presenza di uno stato di malessere. Entrambe queste emozioni di rabbia e tristezza sono dunque fondamentali per l’adolescente al fine di comprendere che c’è qualcosa che non va. Risulta quindi necessario sostenere gli adolescenti in questa fase così delicata e aiutarli ad entrare in contatto con le loro emozioni in modo positivo e costruttivo.
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