“Mi guardavo ieri allo specchio del salotto. Il mio viso è simile a migliaia di altri visi umani, con tratti che la vita, l’eredità, le passioni hanno segnato a modo loro: questo è casuale. Ma ciò che resta eternamente e non varierà mai è lo sguardo con la sua muta domanda, antica come il mondo: chi sono?”. Julien Green
“Chi sono io” è una di quelle domande che orienta il cammino dell’uomo nella direzione dell’identità, dello svelare le infinite sfaccettature dell’essere persone uniche al mondo. “Chi sono io” non è una di quelle domande che ci si pone una volta e poi la si lascia nel dimenticatoio, perché rinnovare il senso della propria identità è un processo che ci accompagna dalla nascita alla morte. Il “diritto ad esistere” è proporzionale alla capacità di riconoscere chi siamo, la natura dei nostri talenti e delle aspirazioni più profonde. L’identità è un cantiere in continua costruzione, una cattedrale che sta generando nuove altezze, un prisma che si arricchisce di nuovi lati.
Una vita senza identità è una nave che naufraga nel mare del disorientamento esistenziale.
Se non sappiamo rispondere alla domanda “chi sono io”, corriamo il rischio di vivere una vita alla superficie di sé stessi o, peggio ancora, estranei a sé stessi. Il senso di estraniamento all’intimo sentire genera il sentimento dell’angoscia esistenziale, una sofferenza che soffoca le radici della crescita autentica. Si può soffrire perché una persona che amiamo sta male, per la perdita di un legame affettivo, per un problema lavorativo, ecc.; queste sofferenze hanno a che fare con il senso dell’io, perchè riconducibili a ciò che stimiamo e consideriamo significativo. Ma quando siamo noi stessi a non sapere che cosa fare della nostra vita, a non avere degli orizzonti davanti a noi, ci troviamo nella nebbia della non conoscenza, in una valle buia, in un tunnel senza via d’uscita.
La coscienza profonda è quella parte di noi che ci può aiutare a trovare la giusta direzione della conoscenza di sé.
Per conoscere se stessi bisogna ritrovare la capacità di mettersi in gioco, esattamente come fanno i bambini quando in modo del tutto spontaneo si attivano per scoprire i loro interessi o gusti ed esprimono naturalmente la natura dei loro talenti. A volte è necessario richiedere un aiuto esterno e ricercare la presenza di una saggia guida che ci inviti ad entrare nel tempio della propria identità, perchè “nessuno da solo può diventare un uomo”. E il viaggio continua… Grazie.