La separazione non è una perdita.
“Come l’avventuriero, che si appresta ad attraversare un grande deserto, ha bisogno di cibo, di acqua, di consigli utili e di buone stelle che lo accompagnino nel lungo percorso, così i giovani devono preparare il loro viaggio attraverso l’adolescenza per arrivare bene all’età adulta”. Anonimo ‘900
Come affrontare la fase del distacco adolescenziale? Una famiglia sana è quella che favorisce il distacco dell’adolescente verso la costruzione della propria identità. Dire addio all’infanzia è il compito che attraversa tutta la famiglia, che rimodula i ruoli e le dinamiche relazionali. I genitori hanno il compito di accompagnare i figli in questo processo di separazione individuazione, perché solo così la partenza ha molti ritorni e diventa un’opportunità per l’intero sistema familiare. Un figlio che cresce, Consapevole o meno, è alla ricerca di un’identità. Questa identità gli deriva dalla conoscenza di sé e dalla scoperta dei valori fondamentali su cui costruire il suo progetto di vita. Un adolescente dunque ha fame di conoscenza e di valori, non di miti o di comportamenti che lo fanno fuggire dal principio della realtà. La sua domanda più impellente è: tu sai dirmi perché esisto? È normale che un adolescente sia incoerente, frammentario o contraddittorio, poiché in parte è ancora infantile e in parte tende a divenire una persona adulta. Ad esempio, in famiglia potrebbe mostrarsi molto prepotente e con i coetanei del tutto accondiscendente.
Il distacco fa paura.
Nessuno di noi ha in fin dei conti mai detto del tutto addio alla propria infanzia: non può e non deve, perché custodire il bambino che siamo stati e il prenderlo per mano, il prendere contatto con la propria spontaneità e la voglia di leggerezza è un bene prezioso che ci rende uomini e donne più maturi e completi. È dall’infantilismo che ci dobbiamo separare non dalle modalità dell’essere una persona aperta, spontanea, naturale, creativa e colma di stupore nei confronti del mistero della vita. I comportamenti infantili sono come vestiti vecchi che vanno messi definitivamente nell’armadio dei ricordi. A volte gli adolescenti recitano una parte per tentare di trovare la loro identità. Un genitore non deve cadere nella trappola di identificare il proprio figlio nella parte che recita, perché in questo modo non potrà mai raggiungerlo nella sua profondità dell’essere, dove si annidano i suoi bisogni, i suoi desideri e le sue aspirazioni più vere. Una volta una madre ha trovato scritto nel diario della propria figlia di 14 anni: odio mia madre! Questa frase l’aveva mandata in crisi per mesi e mesi, perché aveva dato credito a delle parole che in realtà erano soltanto l’espressione di uno sfogo emotivo del momento. È importante comprendere che gli adolescenti sono soprattutto emozioni che ballano seguendo la musica dell’istinto e non quella della ragione. L’adolescenza è un momento in cui tutta la famiglia dovrebbe imparare che la separazione non è una perdita, non è un abbandono. In questa fase la separazione è semplicemente la richiesta di una nuova regolazione delle distanze interpersonali, l’inizio di un nuovo viaggio sia per chi parte che per chi rimane: è mettersi tutti in gioco per ritrovarsi più ricchi e uniti di prima.
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