Continuare ad apprendere è rimanere per sempre giovani.
«Il fine della terapia consiste nel far sì che il paziente non dipenda dagli altri e scopra fin dal primissimo momento che può fare molte cose, molte più cose di quelle che crede di poter fare». Fritz Perls
«Come assumere la direzione della propria vita richiede il desiderio di continuare ad apprendere. A pensarci bene non è possibile non apprendere, poiché se impigriamo e perdiamo l’appetito della conoscenza, stiamo “imparando a non imparare”. Si diventa vecchi il giorno stesso in cui si smette di apprendere cose nuove. Uno degli aspetti più affascinanti dell’apprendimento è che esso può avvenire in molti modi e in ogni circostanza, anche la più sfavorevole di tutte. Un esempio di come sia possibile continuare ad apprendere indipendentemente da quello che ci capita, ci viene ancora una volta offerto da Erickson: «Sono tante le cose che impariamo a livello conscio; solo che dopo dimentichiamo quello che impariamo e ci serviamo della capacità acquisita. Vedete, io avevo un grandissimo vantaggio sugli altri: avevo avuto la poliomielite ed ero totalmente paralizzato. L’infiammazione era così forte che avevo anche una paralisi sensoriale. Potevo però muovere gli occhi, e anche l’udito non era stato menomato. A forza di stare a letto mi veniva la malinconia, impossibilitato com’ero a muovere qualsiasi cosa tranne le pupille. Me ne stavo in quarantena nella nostra fattoria, dove c’erano sette sorelle, un fratello, due genitori e un’infermiera. Come facevo a divertirmi? Cominciai a osservare le persone e l’ambiente. Ben presto imparai che le mie sorelle potevano benissimo dire “no” quando volevano dire “sì”. Oppure potevano dire “sì” e contemporaneamente intendere “no”. Poteva accadere che una sorella offrisse a un’altra la mela, e subito la ritraesse. Così cominciai a studiare il linguaggio non verbale e il linguaggio del corpo».
Veniamo al mondo per assimilare, ogni giorno, cose nuove ed è proprio per questo che “è possibile imparare oggi quello che non abbiamo appreso sino a ieri”.
Tramutare una malattia in un “grandissimo vantaggio” è assumere la direzione di quello che ci sta accadendo. Erickson ci dice che si stava annoiando e inventa il gioco dell’osservazione perspicace del comportamento delle sorelle, per potersi divertire apprendendo. Imparare è, in effetti, la principale forma di divertimento per ogni bambino. I bambini mettono il nasino della curiosità ovunque, senza stancarsi mai. «I bambini sono “domande” che camminano, corrono, saltano, cadono, giocano, piangono, ridono… Sono domande di cibo, amore, cura, ascolto, parole, silenzio, tempo, spazio, avventura, sicurezza, bellezza, conoscenza, movimento, gioco…». Com’è vera quest’affermazione di Pier Paolo Gobbi. Nasciamo come punti di domanda e questo accade grazie al fatto che siamo dotati di un cervello programmato per ricevere, elaborare e trasmettere informazioni di ogni tipo. Ogni stimolo (contatto, odore, suono, profumo, visione) produce in noi un cambiamento di stato. Veniamo al mondo per assimilare, ogni giorno, cose nuove ed è proprio per questo che “è possibile imparare oggi quello che non abbiamo appreso sino a ieri”. Riuscire a trasformare in qualcosa di utile un’esperienza limitante (come la paralisi totale di Erickson) è un potente stimolo per ciascuno di noi. Apprendere è una delle funzioni più utili al perseguimento del Progetto Felicità. Se torno indietro di dieci anni soltanto, mi rendo conto di quante cose non conoscevo a quel tempo, che limitavano di molto il poter essere una persona libera d’utilizzare l’ampio bagaglio delle potenzialità creative. Questo discorso si può applicare a qualsiasi campo dell’esperienza umana: famiglia, lavoro, sport, ecc. È importante continuare a giocare nella vita, non smettere mai di lasciarsi sorprendere da un nuovo orizzonte conoscitivo e provare ad alzare un piccolo lembo di mistero che avvolge lo scorrere dell’esistenza umana». Tratto dalla pubblicazione “Finalmente liberi. La gioia di essere autentici“, pp. 234 -236).
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There are 2 comments on this post
Penso sia giunto il momento di abbandonare il nostro modo di pensare limitato in favore di una visuale più ampia, rivolta all’intero cosmo.
Tutta la comunità umana del pianeta terra si sta aprendo come mai prima.
Siamo interconnessi da nuovi livelli di spiritualità.
Sul piano dell’anima, stiamo imparando che siamo una cosa sola.
Abbiamo scelto di incarnarci in questo momento per una ragione ben precisa.
Credo che, a un livello profondo, abbiamo scelto di essere parte del processo di guarigione del pianeta.
Ricorda che ogni volta che formuli un pensiero, esso raggiunge e si collega a persone che stanno pensando la stessa cosa.
Non possiamo ottenere nuovi livelli di consapevolezza se restiamo bloccati sui vecchi pregiudizi, sensi di colpa e paure.
Dimostrando amore incondizionato verso noi stessi e gli altri, guariremo l’intero pianeta.
Louise Hay
Cosa ne pensa, dottor Lombardo, di queste affermazioni? Conosce questa psicologa?
Gentile Maria, non conosco questa psicologa. Ritengo che il viaggio verso la spiritualità sia ciò che può unire le diverse religioni o concezioni antropologiche verso una giusta direzione. Il fatto di evolvere verso la fedeltà a se stessi è un passaggio fondamentale per la propria autentica realizzazione. Grazie.