C’è chi muore oscuro, perché non ha avuto un diverso teatro. Denis Diderot
E’ bellissima questa affermazione, perché ci ricorda che vi sono più teatri in cui rappresentare noi stessi al mondo. Se rimaniamo chiusi nel teatro dell’infanzia reciteremo per sempre la parte dell’infantilismo rimanendo prigionieri dell’eterodipendenza, vale a dire dal giudizio e approvazione altrui. Il teatro iniziale è la nostra famiglia d’origine in cui abbiamo appreso i primi copioni comportamentali e modelli comunicativi ma essa non dovrebbe mai rimanere l’unico palcoscenico della vita, poiché possiamo ampliare il repertorio iniziale con nuove sceneggiature e confrontarci con altre persone che possono ispirarci e suscitare una maggiore consapevolezza. Si muore oscuri quando rinunciamo a far brillare la luce che è dentro di noi e per evitare tutto ciò è necessario trovare la forza e il coraggio di rimettersi in gioco.
Ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo, noi stessi diventiamo qualcosa di nuovo.
Le esperienze più grandi della mia vita le ho avute quando due vite si intersecavano e due esseri umani riuscivano a comunicare. Leo Buscaglia
La connessione umana è la più straordinaria in assoluto che possa esistere. E’ importante imparare ad interconnettersi con gli altri esseri umani e sviluppare la capacità di creare e costruire legami, di coltivarli e, quando serve, aggiustarli. La relazione con un “tu” è l’ossigeno stesso della vita, poiché essa crea intimità, spirito di condivisione, apertura mentale, crescita culturale, nutrimento per il cuore e l’anima.
“Due esseri umani quando comunicano sono come un’azione chimica, entrambi si trasformano”. Carl Gustav Jung
E’ importante comprendere che diventiamo qualcosa di nuovo ogni volta che stabiliamo un contatto umano, attraverso un atteggiamento empatico e di autentica accoglienza. Dio stesso afferma l’importanza della relazione quando dichiara: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile» Gn2, 18. Isolarsi e disconnettersi dall’incontro autentico è come andare alla deriva o costruirsi un bunker in cui sentirsi sicuri ma terribilmente oppressi dal peso della solitudine esistenziale. Possiamo viaggiare insieme, nella bellezza delle nostre individualità, alzando il sipario del passato per scoprire quante opportunità di crescita sono presenti dentro e fuori di noi. E il viaggio continua… Grazie.