Lo stile assertivo!
«Non c’è cosa più bella che aprirsi al prossimo e sentirsi compresi, accettati per come siamo e che abbiamo in comune le stesse insicurezze, aspirazioni o difficoltà».
L’assertività richiede la capacità di comunicare in modo autorevole, diretto, trasparente, calmo e fermo, senza temere o aggredire il proprio interlocutore. Se impariamo a mascherare la reale natura dei nostri sentimenti e pensieri, questi andranno a ingarbugliare la matassa della relazione educativa rendendola confusa, contorta e ambigua. Quando vi è confusione, falsità o ambiguità, si è già perso ancora prima di iniziare a comunicare. Giocare al fare finta che tutto va bene, è una recita che genera drammi relazionali colmi di risentimento, odio e fratture a volte insanabili. Essere assertivi richiede una solida autostima, l’aver vinto la paura delle reazioni altrui e l’aver raggiunto un sufficiente equilibrio emozionale. Senza autostima cercheremo l’approvazione altrui. La paura degli altri ci farà diventare accondiscendenti e incapaci di entrare in conflitto perché, non sapendolo gestire, se ne ha timore. Essere emotivamente instabili, procura sbalzi d’umore, stati d’ansia, attacchi d’ira o reazioni impulsive di cui poi ci si pente. Vi sono due stili che si pongono agli antipodi di quello assertivo:
- Lo stile passivo
- Lo stile aggressivo
Lo stile passivo è improntato alla sottomissione del volere altrui e denuncia una bassa stima di sé. Lo stile passivo nasce da un atteggiamento rinunciatario, inibito e tendenzialmente sottomesso. Lo stile aggressivo si origina da una visione paranoica dell’esistenza, in cui vi è la percezione di un mondo ostile da cui doversi difendere. Dopo aver aggredito qualcuno ci si sente meglio ma il clima relazionale diverrà teso, carico di risentimento o gelidamente distante. Lo stile assertivo è un atteggiamento interiore, frutto di un processo di maturazione psicologica, che si poggia sui valori del rispetto, dell’onestà, dell’empatia e della stima di sé. Lo stile assertivo è un modello comunicativo attraverso il quale si può affermare il proprio punto di vista senza prevaricare né essere prevaricati: è il punto di equilibrio tra uno stile passivo e uno aggressivo. E’ come regolare i rubinetti della disponibilità e della fermezza. A volte conviene essere più morbidi ed elastici, altre più risoluti e decisi. Nella comunicazione assertiva si origina una soluzione chimica appropriata alla specifica circostanza.
Come si comunica in modo assertivo?
- L’ascolto attivo: è importante ascoltare non solo quello che è detto (il contenuto), ma come viene espresso (la cornice emotiva). Quando si ascolta in modo attivo, è possibile riformulare il messaggio ricevuto mostrando di aver colto la reale natura del suo contenuto. Ad esempio, un genitore può rivolgersi al figlio in questo modo: “Se ho ben compreso mi stai dicendo che la verifica è andata male nonostante ti fossi impegnato molto nel prepararla e avverto dal tuo tono di voce che questo ti fa stare male. Ti ha forse tolto la fiducia che avevi di potercela fare, o sbaglio?”.
- Descrizione non giudicante del comportamento altrui: uno degli errori più frequenti è di etichettare in modo totalizzante un altrui comportamento. La persona non va mai giudicata per evitare che si senta ferita e si chiuda in se stessa o diventi aggressiva.
- Accettazione ed espressione del sentimento: vivere assieme agli altri ci espone a sensazioni, emozioni e sentimenti di diversa natura. L’espressione di un sentimento positivo rende più calorosa la relazione, collocandola sul piano della fiducia e disponibilità reciproca.
- Indicazione degli effetti prodotti dal comportamento: le persone sono più sensibili nei nostri confronti di quanto sembri di primo acchito. Spesso non si rendono conto di produrre in noi dei sentimenti forti, né di causare degli effetti spiacevoli connessi alle loro azioni. E’ sempre opportuno indicare le ragioni per cui avvertiamo determinati sentimenti, descrivendo gli effetti negativi prodotti dai loro comportamenti. Ad esempio, quando ti chiudi in te stesso (descrizione non giudicante del comportamento), mi sento a disagio (espressione del sentimento), perché non ho spazio alcuno per esprimere le mie idee (indicazione degli effetti).
Per terminare desidero specificare che la comunicazione assertiva non è una tecnica, ma uno stile di vita che trae il suo principio ispiratore dalla visione etica dell’esistenza e da una equilibrio interiore, frutto di un cammino di maturazione personale. Per chi lo desidera domenica 22 ottobre 2017 terrò un workshop “La comunicazione efficace: come essere assertivi per dare e ottenere rispetto” per esercitarsi ad utilizzare i principi dello stile assertivo.