E’ importante riflettere sulla connessione diretta che esiste tra lo sforzo profuso per il raggiungimento di un obiettivo e i risultati che si ottengono. Gli antichi romani avevano inventato un proverbio per connettere sforzo e gratificazione. Dicevano: «Per aspera ad astra». Tradotto in italiano significa: si giunge alla gloria, alle stelle, dopo aver attraversato territori molto aspri. La combinazione di sforzo e gratificazione permette di evitare sia la visione negativa di un impegno troppo doloroso e denso di pesanti sacrifici, sia la visione troppo ottimistica di qualcosa che si possa ottenere senza fatica o con formule magiche.

Cercare l’immediata gratificazione indebolisce la forza di volontà, poiché la capacità di tollerare la frustrazione e di affrontare gli ostacoli o le difficoltà rafforza il carattere. In ognuno di noi c’è il naturale desiderio di mettersi alla prova e di poter misurare le proprie risorse. E’ anche vero che bisogna saper graduare i propri sforzi e avere una visione realistica di quello che si può ottenere. Se a uno sforzo intenso segue l’aspettativa d’irrealistici rapidi e portentosi cambiamenti, è facile cadere in uno stato depressivo o di rinuncia. La gratificazione più potente che possiamo provare è quando sentiamo di crescere e di espandere in modo continuo le nostre potenzialità. Il sentirsi più capaci, più abili, più attivi e intelligenti predispone a impegnarci sempre più a fondo. Quando sappiamo impegnarci in modo corretto si diventa sempre più abili e ciò che all’inizio risultava difficile diventa sempre più semplice. Queste sensazioni interne rinforzano il desiderio di continuare il nostro cammino evolutivo, dandoci maggiore energia ed entusiasmo. E’ sbagliato adagiarsi nei momenti di poca produttività, perchè anche questi giorni hanno molto da insegnarci: ci stanno insegnando a riflettere sul “modus operandi” e di come dovremmo rivedere ciò che stiamo affrontando da un’altra prospettiva.