Rigirarsi nella notte dei dubbi fa parte del processo di crescita. Ciò che conta è alzarsi dal letto della confusione e accendere la luce del saggio discernimento.
Ogni giorno siamo chiamati a compiere delle scelte. A volte sono semplici, altre immediate ma ci sono anche le scelte difficili e complicate, quelle che non dormi la notte e ti rigiri nel letto cercando dentro di te qual è la decisione più giusta da prendere. Se osserviamo i bambini ci rendiamo conto che la loro capacità di scegliere e molto più spontanea e immediata. Non hanno dubbi su quale giocattolo preferiscono, da quale parente andarsi a prendere le coccole, quale pietanza ordinare alla pizzeria o al ristorante. I bambini quando devono scegliere lo fanno senza troppo pensare; questo, probabilmente, dipende dal fatto che un bambino è molto più in contatto con “l’intimo sentire” di quanto non lo siamo noi persone adulte. Certo, le scelte di un bambino non sono quelle di un adolescente che deve scegliere la scuola secondaria di secondo grado, l’università o quale lavoro svolgere. Sono ancora minori di quelle di un adulto che a volte si trova in un labirinto senza apparente via d’uscita. Eppure, scegliere è un atto dovuto nei confronti della vita, perché se non scegliamo sono le circostanze esterne che scelgono al posto nostro e questo non va bene.
Si sceglie con il cuore, la ragione e lo spirito. Un sentimento, una ragione e una visione spirituale ci permettono di prendere le decisioni più giuste ed equilibrate.
La capacità di scegliere aumenta con il processo di maturazione della nostra persona. In effetti, scegliere riguarda il cuore, ovverosia sentire che cosa ci fa stare veramente bene; ma riguarda anche l’intelligenza, pensare alle conseguenze cui andremo incontro se sceglieremo la strada A o quella B. Infine, scegliere riguarda anche lo spirito, la capacità di discernere il bene dal male, sapendo discernere prima di agire quanto quella determinata scelta potrà renderci persone più ricche di pace, di equilibrio e di armonia. L’esperienza pedagogica insegna che tanto prima un bambino viene lasciato libero di scegliere e tanto più diventerà intimamente connesso con se stesso, con le sue aspirazioni e con i suoi desideri più profondi, con ciò che per davvero gli permetterà di realizzarsi. A volte, degli ambienti iperprotettivi, ansiosi o troppo rigidi impediscono a un bambino di essere fedele a se stesso. Questa mancanza di fedeltà è di frequente all’origine di tanta confusione o di rabbia repressa che tenderà a rivelarsi durante il periodo adolescenziale.
E’ importante sapere che disponiamo di validi strumenti conoscitivi in grado di aiutarci nel sceglier la strada dell’autorealizzazione.
Sempre più frequentemente mi trovo davanti a giovani dai 25 ai 35 anni che non hanno ancora un’idea del loro progetto di vita e questo mi fa molto riflettere. Personalmente so quanto è difficile prendere delle decisioni nel momento in cui si è immersi in una nebbia confusionale e non si riesce nemmeno a comprendere esattamente chi siamo, quali sono i nostri talenti e soprattutto qual è lo scopo della nostra vita. Vi sono dei test che possono aiutare una persona nel conoscersi meglio a livello di personalità o, nel caso di una scelta di studi, comprendere con maggiore chiarezza le proprie attitudini intellettive e interessi professionali. Inoltre, vi sono delle persone che si sono specializzare nei diversi campi dell’orientamento (conoscenza di sé, scoperta dei propri talenti, interessi professionali, ecc) e che forniscono validi strumenti conoscitivi per far emergere la scelta più giusta ed ecologica, capace di arrecare equilibrio e armonia. Quando non si sa quale decisione prendere, è opportuno scegliere di farsi aiutare in questo processo decisionale, perchè chi è fuori può cogliere con maggiore lucidità e competenza in quale direzione muoversi. Infine, va ricordato che nessuno ha il diritto di scegliere al nostro posto o di forzare certe decisioni, perchè è solo la coscienza di sé che genera autentiche scelte etiche. E il viaggio continua… Grazie.