La famiglia e la funzione di contenimento
Dietro ogni sofferenza vi è una richiesta di crescita, di cambiamento e di evoluzione.
Ogni famiglia ha la sua storia e le sue dinamiche relazionali. Non esiste un “sistema” famiglia uguale ad un altro ed è proprio questo che rende unico l’approccio pedagogico e psicologico dei genitori nei confronti dei figli. Ogni famiglia genera uno specifico clima psicoaffettivo che può favorire o meno l’orientamento alla crescita e il processo di maturazione. Un clima è favorevole quando concede il permesso di esistere, ovverosia la libertà di essere fedeli a se stessi e, al tempo stesso, di potersi esprimere senza il timore di essere giudicati, rifiutati o derisi. Tutto ciò che viene represso, nascosto, manipolato o falsificato prima o poi emergerà sotto forma di disagio psichico ed esistenziale. L’aspirazione a realizzarsi secondo le inclinazione del “vero sé” è una forza intrinseca che non smette mai di far sentire la sua voce. Se necessario, sarà la malattia psicosomatica a reclamare l’attenzione verso l’ascolto di sé. E’ importante leggere il comportamento problematico come un S.O.S. che viene lanciato da parte di un “vero sé” sepolto dalle macerie di una realtà famigliare disfunzionale. Dietro ogni sofferenza vi è una richiesta di crescita, di cambiamento e di evoluzione. Il fatto più negativo non è la sofferenza ma il non saperla accogliere, ascoltare e, come se fosse un neonato che piange per la fame, non soddisfare la richiesta d’aiuto e di sostegno in essa contenuta. Ecco perché tutti i figli hanno bisogno di essere compresi e affettivamente contenuti dalla solidità e maturità psicologica dei loro genitori e, se ciò non fosse possibile, da significative figure adulte. Un bambino si perde nel bosco quando è lasciato solo, quando non riesce a trovare la via di casa, quando si sente rifiutato e abbandonato a se stesso. Tanti genitori incapaci di svolgere la loro funzione sono ancora in quel bosco ed è proprio per questo che bisogna trovare il coraggio e l’umiltà di farsi aiutare. Non c’è nulla di cui vergognarsi se si è fragili ma c’è molto da rammaricarsi per le conseguenze, a volte tanto gravi, che la propria immaturità e ignoranza causano ad altre persone e, in particolare modo, ai propri figli.
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