«DOVE SEI?»
Dio non ci pone la domanda «Dove sei» per una Sua curiosità ma per offrirci una bussola d’orientamento al fine di affrontare con saggezza e serenità il viaggio della vita
«Dove sei» è la prima domanda che Dio rivolge all’uomo ed è forse la più importante, perché ci porta a riflettere sulla nostra condizione esistenziale. Se siamo sempre di fretta, non abbiamo il tempo di fermarci e di meditare. Eppure, solo chi rallenta il passo, si siede avvolto dal silenzio e innalza lo sguardo verso le azzurrità infinite, può scorgere la presenza di questo mistero chiamato vita e interrogarsi sul dove si trova rispetto al «Progetto Felicità». Quando ci interroghiamo sul dove, in questo momento, ci troviamo, ecco che possono sorgere alcune importanti domande: DOVE SEI rispetto alla tua terra promessa, alla tua vita, ai tuoi valori, alla tua capacità di amare? DOVE SEI rispetto alle tue aspirazioni, ai tuoi talenti, ai tuoi desideri più genuini che riflettono la natura del tuo «vero Sé» e la grandezza della tua anima? DOVE SEI rispetto alle persone che ami e ti circondano, a quelle che ti hanno ferito, deluso e ingannato? DOVE SEI rispetto al tuo passato, al tuo presente e al tuo futuro? DOVE SEI rispetto al senso, al significato e allo scopo della tua esistenza? DOVE SEI rispetto al mistero della vita e della morte? Dio non ci pone la domanda «Dove sei» per una Sua curiosità ma per offrirci una bussola d’orientamento al fine di affrontare con saggezza e serenità il viaggio della vita. Non è forse vero che spesso siamo confusi e disorientati? Questa domanda di Dio, anche se non siamo credenti, ci consente di rispondere alla questione delle questioni: quale senso e significato diamo alla nostra breve permanenza terrena? Qual è il fine ultimo dell’esistenza umana e qual è lo scopo della nostra vita? (…)
Lavorare su di sé ci rende proattivi, in grado di estendere la zona dell’influenza personale su quella esterna
Il cammino della crescita inizia con questa semplice domanda: «Dove sei?». E sulla base delle diverse risposte ricevute, iniziare a lavorare su di sé. Potrebbe accadere che alcune risposte non arrivino. E’ preoccupante? No, se si comprende che anche una “non risposta” è una rivelazione di dove ci troviamo. Sapere di essere nella nebbia è sempre meglio che non esserne consapevoli. A questo punto il lavoro da fare è di chiedere aiuto a un saggio guardiano del faro, per iniziare un percorso di crescita e di liberazione dallo stato confusionale in cui ci si trova. Anch’io ho percorso questa strada e, a dire il vero, la sto ancora percorrendo, perché la crescita e la maturazione non sono obiettivi di traguardo raggiunti una volta per sempre, ma obiettivi di processo che richiedono un continuo e costante investimento. Ecco perché parliamo di un cammino e non di un singolo evento formativo. Lavorare su di sé ci rende proattivi, in grado di estendere la zona dell’influenza personale su quella esterna. Ed è un dato confortante ricevere le testimonianze di persone che hanno compiuto questo viaggio verso la serenità e l’armonia. La conoscenza di quanto scopriremo nei prossimi capitoli ci consentirà di divenire persone più consapevoli dei vari dinamismi che regolano il percorso della crescita umana e dei blocchi che ne ostacolano l’evoluzione da cui nascono le conseguenti disfunzioni nelle diverse dimensione dell’Io psichico. (Tratto dalla pubblicazione «Dove sei?» pp. 10-11; 15-16)
E il viaggio continua… Grazie.
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