Educare è orientare al senso della vita
Un viaggio senza domande è come un cielo senza stelle.
Per educare occorre domandarsi se stiamo camminando nella giusta direzione o se ci siamo persi in qualche miraggio di felicità, perchè si educa solo se si è testimoni di speranza. Siamo tutti chiamati a riflettere sul nostro cammino esistenziale se per davvero desideriamo offrire ai nostri figli (o educandi) una qualità di vita che li renda pienamente soddisfatti e in grado di realizzarsi. La domanda “dove sei Adamo?” è il primo interrogativo che Dio ha posto all’uomo. Questa domanda è per i credenti e i non credenti poiché significa accettare di riflettere su se stessi, per donarsi la possibilità di aprire nuovi orizzonti esistenziali. Che senso ha la nostra vita, che valore hanno le relazioni interpersonali e dove siamo diretti? Che senso hanno le nostre sofferenze e le nostre angosce, le ansie e le gioie? Siamo tutti interpellati a rispondere a questo grande mistero della vita. E’ bello sapere che Dio davanti alla nostra fragilità non interviene con un giudizio ma con una domanda. Mi piace ricordare che i bambini o gli adolescenti non sono un problema ma delle domande che camminano sulla faccia della terra. Ad esempio, perchè un adolescente è sempre chiuso in camera davanti a Internet invece che confrontarsi con il mondo reale della vita sociale? Dove sei è una domanda che, come una bussola, ci consente di imparare la difficile arte dell’essere uomini e donne in grado di riflettere dando spazio al giardino della crescita interiore.
Non si raggiunge la felicità senza ascoltare se stessi con la curiosità di chi ama scoprire ciò che ancora non conosce.
Quali sono le domande che orientano verso la giusta direzione? Eccone alcune: dove sei rispetto al “progetto felicità”? Dove sei rispetto alla bellezza del creato? Dove sei rispetto alla meraviglia di un’alba e di un tramonto? Dove sei rispetto alla possibilità di poter essere redento, di poter ritrovare la luce e la gioia della pienezza del tuo vivere? Dove sei rispetto alle stelle e al senso della trascendenza, rispetto all’arte e alla poesia che vive dentro di te? Dove sei rispetto alla sapienza, alla saggezza e alla possibilità di imparare oggi quello che non hai imparato ieri? Dove sei rispetto al fatto che tu puoi prendere in mano le redini della tua vita e finalmente decidere di diventare la persona che sei? Dove sei rispetto ai tuoi sogni che hai messo nel cassetto, al tuo essere una fontana che zampilla tra i colori della vita? Dove sei rispetto all’essere un gabbiano che finalmente scopre che non si vola per mangiare ma che si mangia per volare? Dove sei rispetto a quella tua inquietudine che ti assale e ti divora dentro per riportarti nelle sponde della pace e dell’armonia? Dove sei rispetto al progetto felicità? A ognuno di noi spetta di rispondere con onestà e di prendere quelle decisioni che possono donarci maggiore pace, armonia e serenità.
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