Vivere è decidere di cosa vogliamo nutrirci
Un anziano Cherokee parlava al nipote della vita: ”Dentro di me c’è una lotta”, disse al ragazzo. “C’è un terribile combattimento tra due lupi. Uno è cattivo, è rabbia, invidia, dolore, rimorso, avidità, arroganza, autocompatimento, colpa, risentimento, inferiorità, bugie, falso orgoglio, superiorità ed ego”. Poi continuò: “L’altro è buono, è gioia, pace, amore, speranza, serenità, umiltà, gentilezza, benevolenza, empatia, generosità, verità, compassione e fede. Lo stesso conflitto c’è anche dentro di te e dentro ognuno di noi”. Il nipote rifletté un minuto su queste parole, poi domandò al nonno: ”Quale lupo vincerà?”. L’anziano Cherokee disse semplicemente: ”Quello che nutri!”.
Ci sono tante strade che possiamo decidere di percorrere ma non tutte portano nella stessa direzione. Certo, anche se ne prendiamo una sbagliata possiamo, in un secondo momento, uscire da essa e orientarci verso una nuova destinazione. Eppure, risulta difficile cambiare una strada se è da anni che la percorriamo, perchè essa genera un solco mentale che imbocchiamo in modo automatico, come quando in modo inconscio prendiamo la strada che facciamo per tornare a casa anche se dobbiamo recarci da un’altra parte. La forza dell’abitudine inconscia è proprio qui: essa genera dei comportamenti in modo inconscio. Se queste abitudini sono dei buoni abiti ci permetteranno di stare bene e di continuare a crescere, altrimenti puzzeranno di naftalina e saranno inadeguati nel fronteggiare la realtà del qui ed ora. Quali sono gli abiti emotivi e mentali che ci siamo abituati a indossare? Siamo certi che essi siano quelli più giusti per noi? E se siamo un giardino cosa stiamo coltivando e facendo crescere ogni giorno? Il combattimento interiore è il più importante di tutti, perchè dobbiamo sconfiggere tutto ciò che ci impedisce di divenire persone serene e pienamente realizzate. Comprendere che sta a noi decidere a quale parte dare forza, nutrimento ed energia ci permette di uscire, con gradualità, dai vecchi solchi del passato per generarne di nuovi. Quello che conta è perseverare e procedere con determinazione verso la rotta della felicità interiore.
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