“Che bisogno ho dei piedi, se ho le ali per volare?”, Frida Kahlo.
Nella versione di Esiodo, Pandora apre il vaso e sparge tra gli esseri umani fatica, malattia, pazzia, vizio, passione e vecchiaia, lasciando sul fondo la speranza per impedire agli uomini di precipitare verso la tentazione della disperanza, cioè l’azione distruttiva nei confronti della vita. Chi sceglie la speranza non si fa sedurre dai doni di Pandora che seminano malvagità, angoscia e morte. La speranza è la forza vitale della vita e rappresenta una risorsa fondamentale che attraversa tutto l’arco dell’esistenza. Che cos’è la speranza e da dove possiamo trarre la capacità di sperare? Credo che la speranza sia in primo luogo il desiderio di vivere, la fame che la vita ha di andare incontro al futuro come due braccia aperte che non smettono mai di sognare anche in presenza di tradimenti, contraddizioni e incertezze. La speranza è collegata dunque con l’affermazione della propria esistenza anche quando la vita fa sperimentare situazioni di dolore di perdita o di malattia. La vita infatti non è dolore perdite o malattie ma è quel viaggio che ci consente di “andare oltre” di esse, verso un’alba in cui una pace radiosa risplende perennemente nel nostro animo.
Sperare è forse da folli, ma è meglio essere folli e lottare piuttosto che soccombere nella tomba del cinismo e nelle sabbie mobili della paura.
Perché è importante avere speranza? Perché è attraverso di essa che possiamo mantenere un atteggiamento innamorato e appassionato nei confronti dell’esistenza nonostante le afflizioni, le sofferenze e soprattutto la consapevolezza del limite più grande di questa vita che è la morte. La morte, infatti, pone un limite alla nostra esistenza ricordandoci che il tempo non è illimitato e dunque va speso con particolare coscienza di quali siano i veri valori per cui lottare, soffrire e gioire. La speranza rappresenta una passione quando esprime un atteggiamento colmo di fiducia nei confronti della realtà ed è uno stato interiore che ci motiva a liberarci dalla sofferenza e a raggiungere una terra promessa non fruibile nel presente, ma che sentiamo esistere. La speranza, da questo punto di vista, è come un cannocchiale che ci permette di cogliere la bellezza di una promessa colma di pace, d’armonia, di fratellanza e di vero amore. Quando stiamo salendo una montagna facciamo fatica, corriamo il rischio di inciampare, di andare a finire in qualche rovo o di precipitare in qualche burrone. Ma se sappiamo che alla fine di questa salita c’è una vetta in cui riposare e godere di quanto la natura ci offre, ecco che passo dopo passo riusciamo a superare anche i momenti più difficili. La vera speranza non è una vaga illusione ma è una solida certezza: alla fine di questa salita potremmo godere dell’aria fine, di un sole splendente e di un panorama mozzafiato.
Il coraggio di avere speranza nonostante tutto, è ciò che ci dò la forza di piegare la storia verso il bene, il giusto e la verità.
“Il cuore di chi spera batte in sintonia con i tempi lunghi della storia” (Consuelo C. Casula), perché sa che non è il momento contingente a dettare legge ma quello che verrà scritto alla fine della gloriosa lotta per i bene, la verità, la giustizia che rimarrà inciso per sempre nelle pagine del tempo. Sperare significa assumere un atteggiamento volitivo, significa strappare dalle mani del futuro il fatalismo o la rassegnazione e riprendere nelle proprie mani le redini del proprio futuro, sapendo con umiltà costruire ogni giorno la persona che vogliamo diventare e il mondo che vogliamo vivere. La speranza è il più grande progetto per l’umanità, perché ci permette di esercitare l’inalienabile libertà di scegliere il proprio sentiero. Ogni esistenza è un progetto di felicità da portare a termine in cui vi sono difficoltà, delusioni, imprevisti e ingiustizie di ogni genere. Non bisogna fermarsi a rimuginare sui dolori patiti, sul fatto che i nostri genitori non ci hanno amato come avremmo voluto o che una determinata strada non ci ha portato dove avremmo tanto desiderato, perchè quello che conta è puntare il cuore verso la meta finale, verso un cielo che non conosce albe e tramonti in cui danzano leggere le anime di tutta la terra che hanno saputo credere nella bellezza della vita e che hanno con coraggio testimoniati la fedeltà al dono della vita respingendo l’odio, l’egoismo, l’indifferenza e il male in ogni sua forma. La speranza non è mai da sola, perchè con lei camminano la pazienza, la determinazione, la perseveranza, la fiducia e la grinta.
Ogni giorno rinnovare la speranza è un atto sacro che dà onore e dignità alla nostra esistenza.
La speranza non vuole piegarsi all’ineluttabile fatalità della sofferenza e del dolore. Anzi, la speranza vuole dirci che noi possiamo trasformare quel dolore e che possiamo non solo progettare il nostro destino ma, soprattutto, realizzarlo. La speranza ci trasforma in architetti che possono decidere in quale casa abitare, in scultori che possono dare forma al duro marmo o in pittori che sul nero possono dipingere i colori della speranza. Vi è un’altra grande risorsa accanto alla speranza che ci permette di superare i traumi, di vincere i dolori e di rialzarci dalla polvere in cui siamo caduti: si chiama resilienza. Non dimentichiamo mai che la speranza è quel faro che dovrebbe guidarci e illuminarci dall’inizio alla fine di questa esistenza. Grazie.
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Quello che ho letto è la sintesi di un libro o di una conferenza? Perché l’argomento mi affascina e ne ho bisogno per cui se è un libro lo prendo, se è una conferenza ringrazio Pietro perché il cammino della sua vita aiuta tanti a camminare sul proprio sentiero senza sentirsi soli….. grazie Paola
Gentile Paola, questa è una riflessione tratta da una trasmissione andata di recente in onda su Radio Evolution http://www.radioevolution.it che trattava il tema della speranza. Grazie a te del tuo gentile feedback. E il viaggio continua…