Si diventa forti quando ci si inginocchia.
In questi giorni così difficili possiamo riscoprire il valore della preghiera per ritrovare la forza e la pace di superare lo sconforto, la paura e la desolazione che ci avvolge nelle tenebre del coronavirus.
Il ruscello della preghiera è la fonte del cammino spirituale, è la sorgente che ci disseta, lo strumento per fortificarsi e lasciarsi abbracciare dall’amore di Dio. A volte il ruscello si ritrova senza acqua: è il momento della siccità spirituale in cui si avverte il deserto interiore e un senso d’aridità dove le parole non sono connesse al cuore. In questi momenti ciò che conta è continuare a pregare, sapendo che la fede non è solo un’emozione ma un atto di affidamento totale soprattutto nel silenzio assordante di una preghiera senza risposta. La preghiera è come un ruscello a volte pieno di detriti e di fango che rappresentano il segno della nostra fragilità umana. Questo potrebbe indurci a ritenerci indegni di elevare lo sguardo a Dio, ma è proprio in questi momenti che uscire dal ghetto dell’autocommiserazione diventa importante, perché “siamo tutti belli agli occhi di Dio”. Saper riconoscere la propria debolezza e ammettere le proprie colpe è un atto di riconciliazione con Dio perché “chi si umilia sarà esaltato”. La preghiera è come un ruscello che a volte può gonfiarsi di rabbia, di risentimenti e di imprecazioni, perché quando la fede è infantile si fanno i capricci, si tiene il muso e ci si sente feriti se non si è subito esauditi. Anche questa preghiera giunge a Dio, perché egli scruta dentro il cuore dell’uomo e quando incontra l’irrequietezza del fanciullo sorride nella Sua luminosa bontà di Padre . La preghiera è come un ruscello che giunge sempre al mare, anche quando il percorso diventa accidentato, anche quando degli ostacoli ne vogliono arrestare il cammino, perché nulla è più forte di un cuore saldo nella Fede. La preghiera è un canto di lode, di benedizione e di ringraziamento che, per quanto stonato possa essere, giunge sempre a destinazione se mosso dal sincero desiderio di incontrare Colui che ci ama di un amore eterno. Il ruscello della preghiera non ci richiede la perfezione ma l’umiltà di inginocchiarci per ritrovare il senso vero dell’esistenza e ridimensionare tutto ciò che è superfluo, nocivo o vacuo.