Gli amici sono gioielli rari, ti fanno sorridere e ti incoraggiano. Sono pronti ad ascoltarti quando ne hai bisogno, ti sostengono e ti aprono il loro cuore. Il valore dell’amicizia in adolescenza è una tappa irrinunciabile del cammino di crescita e maturazione.
Nel multicolore passare delle stagioni umane, in cui tutto scorre velocemente, è facile scordarsi dei valori su cui poter contare. Dalla primavera all’inverno molte cose cambiano. La fase adolescenziale spinge al futuro, alla novità, alla ricerca di stimoli e di sensazioni che diano brividi sulla pelle. Eppure, in un ondeggiare di stati d’animo, di pensieri e di altalene d’umore è facile perdersi nei meandri della solitudine esistenziale. La vera sfida di ogni essere umano sta nel vincere quel senso d’inutilità, di rassegnazione e di disperazione che spesso sfocia nel baratro del penoso isolamento e della sofferta emarginazione. E quando si è nella “terra di mezzo” dell’adolescenza è facile cadere nell’abisso di una solitudine che ha il sapore della gelida incomprensione. Troppe vite umane si spengono ancora prima di splendere e di ballare nei prati fioriti dei sogni e degli ideali, proprio perché manca la condivisione e il calore di un abbraccio amico.
Ed ecco nascere i bunker invisibili del cuore, le maschere della finta allegria, i muri dell’ostilità, le luccicanti prigioni delle varie illusioni di felicità. Com’è facile chiudersi e dire no al dono della vita, com’è facile arrendersi alla sensazione che è tutto inutile, che fidarsi, aprirsi e lottare non serve a niente, se non a ferirsi ancor più atrocemente per poi crollare come un pugile sfinito. Dove sono le stelle del firmamento che indicano lo splendore di un cielo infinito nella limitatezza dei nostri “perché”? Ognuno di noi ha bisogno di sentirsi compreso sino in fondo, di essere preso sul serio, di sentirsi accolto ancora prima che giudicato ed è solo nell’amicizia che questo aspetto può essere pienamente vissuto. Oggi troppi giovani cercano lo stordimento o la trasgressione della compagnia al posto dell’amicizia, in cui sfogare il proprio malessere prende il posto del riflettere e costruire insieme un progetto di vita.
Oggi vi è molta confusione tra lo stare insieme fine a se stesso e la capacità di creare legami d’apertura profonda e di condivisione della propria interiorità.
Nicola ha 18 anni e vive in un piccolo paese del Friuli. Dal Venerdì sera alla Domenica è sempre fuori casa con i suoi “amici”. Per loro chi beve di più è il migliore della compagnia. Una sera Nicola beve più del dovuto, prende freddo e si sente male a causa di una terribile congestione. Si ritrova in ospedale, da solo, perché abbandonato dai suoi amici. Per questa volta gli è andata bene. Non è la prima volta che si ritrova abbandonato e in gravi condizioni, ma per lui la “compagnia” dei suoi “presunti amici” è l’unica ragione della sua monotona e grigia esistenza. Fromm direbbe che siamo tutti dei lattanti alla ricerca di un magico biberon capace di colmare la nostra fame di tenerezza e di nutrimento affettivo. Crescere significa imparare a decidere la persona che si vuole essere, il futuro che si vuole abitare, i valori che si desiderano testimoniare. La scelta dell’amicizia diviene possibile solo quando si è disponibili a correre il rischio della sincera e totale apertura al tu che si ha di fronte. La trasparenza del sé è una medicina importante per la sana crescita dell’apparato psichico. Studi scientifici hanno dimostrato che attraverso la rivelazione del “sé autentico” l’essere umano tende a guarire da traumi, ferite psicologiche, fobie o sintomi psicosomatici.
Solo chi sa rivelarsi ad un amico potrà conoscere meglio se stesso e comprendere meglio la natura dei propri limiti e potenti aspirazioni realizzative.
Nell’amicizia viene favorita questa spontanea rivelazione del sè ed ecco perché «chi trova un amico trova un tesoro». Come mai l’amicizia ha un valore fondamentale per un giovane adolescente (e non solo)? Per il semplice fatto che nessuno può arrivare a conoscere se stesso se non come risultato dell’essersi rivelato ad un’altra creatura umana. Quando una persona è capace di rivelare pienamente se stessa ad un’altra persona, essa impara come si fa ad accrescere il contatto con il proprio sé autentico, per cui, sulla scorta di questa conoscenza, può anche diventare maggiormente abile a dirigere il proprio cammino verso la fedele realizzazione della propria identità. E chi più di un adolescente necessità di tale istanza rivelatrice del suo “vero sé” per potersi indirizzare verso la piena e matura realizzazione delle sue potenzialità? L’amicizia è il porto sicuro negli anni di navigazione, è la fedeltà di un sorriso, la pulizia di uno sguardo, la forza di una stretta di mano. L’amicizia va coltivata come uno dei valori più sacri e più preziosi dell’esistenza ma sta ad ognuno di noi «chiudere gli occhi, dargli la mano e imparare che non c’è no senza un sì, che non esiste notte senza aurora, nuvole grigie senza cieli d’azzurro, buio senza stelle, guancia senza bacio e cuore senza attesa d’amore».
Dio stesso rivela più volte il suo volto d’amico nel figlio Gesù.
Dio è l’Amico vero, l’amico che sa starci vicino con delicatezza e con sacro rispetto per i nostri tempi di crescita. Dio è l’amico che non giudica mai ma perdona sempre, poiché sa comprendere la debolezza e la vulnerabilità della nostra natura umana. Dio non è un severo giudice, pronto a castigarci per ogni nostro errore, ma un Padre che dà forza e coraggio, che orienta e sostiene il cammino di ogni uomo, che ci incita a non curvarci sui nostri peccati, ma a rialzarci più forti di prima.
Il vero amico è colui che non giudica mai ma è sempre pronto ad accogliere e a tendere la sua mano con uno sguardo colmo d’amorevole comprensione e misericordia. Gli adolescenti vanno aiutati a creare legami profondi, empatici e sinceri tra di loro, perchè non c’è sensazione più bella che sentirsi compresi a amati per come si è da un’altra persona in modo leale, disinteressato e puro.