Chi smette di imparare smette di crescere.
Niente è definitivo sino a quando siamo vivi. Un albero non smette mai di evolvere sino a quando non muore.
Imparare è la ricetta per rimanere vivi. “Tutti noi cominciamo a morire sin dall’istante in cui nasciamo. Alcuni muoiono prima di altri. Tutto quello che possiamo fare è goderci la vita“, ha affermato Milton Erickson (1901 -1980). Dove c’è un inizio, c’è sempre una fine. Quello che conta è decidere come riempire lo spazio che intercorre tra i due estremi. Sin dalla nascita siamo coinvolti in un processo d’apprendimento che termina soltanto nel momento in cui smettiamo d’imparare. Detto in altri termini: siamo ricettivi o abbiamo smesso di curiosare tra le vie del tempo per raccogliere quanto c’è di più prezioso per vivere con saggezza, equilibrio e serenità? Se smettiamo di nutrire il corpo subito avvertiamo un senso di malessere che ci obbliga a prendersi cura del suo stato. E che cosa succede se non accendiamo più di curiosità, passioni ed entusiasmo i motori del cuore, della mente e dello spirito? Diveniamo persone insoddisfatte, per lo più nevrotiche o in perenne fuga da se stesse. Se una storia non ha un finale diventa un’opera incompiuta. Tutti abbiamo un inizio, ma non tutti siamo capaci di scrivere la “nostra” storia da protagonisti e dunque è come se fossimo attori senza un ruolo da interpretare. Il rischio è di recitare una parte che dei registi, in un modo il più delle volte inconsapevole, hanno scritto per noi (genitori, insegnanti, ecc.) e che noi, sin dall’infanzia, abbiamo passivamente accettato di interpretare. Il fatto di sentirsi stanchi, passivi, annoiati, inquieti o insoddisfatti rivela l’incapacità di assumere con consapevolezza le redini della propria vita. Sentirsi annoiati non va bene, non va bene per niente. Avere il problema di riempire il tempo con lo stordimento continuo è una forma d’anestesia. Dobbiamo tornare da noi stessi se vogliamo diventare degli attori protagonisti e non semplici comparse o anonimi spettatori della nostra esistenza. Finché siamo nel mezzo tra la nascita e la morte possiamo riempire di vitalità, illuminanti conoscenze, relazioni autentiche e gioia il tempo che ci è concesso di vivere. Godersi la vita è avvertire il piacere interiore della crescita continua, del divenire una persona sempre più matura, solida e in armonia con se stessa, gli altri e la vita. Ecco perchè imparare è la ricetta per rimanere vivi sino all’ultimo respiro!
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