Adesso basta! E’ ora di riprendere in mano le redini dell’educazione!
La cultura del narcisismo e la difficoltà a dire no agli adolescenti sta diventando sempre più una vera e propria emergenza educativa.
È davvero triste dover commentare l’ennesima tragedia di un figlio che decide di uccidere i propri genitori. Eppure questa è la realtà con cui dobbiamo confrontarci; anzi, una parte della realtà, perché vi sono tantissimi adolescenti che hanno il senso etico della vita, dello studio, del dovere, del rispetto e della solidarietà umana. È davvero difficile immaginare che un figlio possa soltanto pensare e poi progettare l’uccisione dei propri genitori. Non credo vi sia una spiegazione univoca, poiché sarebbe troppo semplice trovare un capro espiatorio. Una cosa è certa: siamo immersi nella cultura del narcisismo, dell’egocentrismo, del soddisfare unicamente le proprie voglie o i propri desideri. In alcuni adolescenti non vi è il senso della conquista, del sacrificio,del duro lavoro e dell’impegno che nella vita bisogna mettere per raggiungere le proprie mete. Vi è una cultura del sentimentalismo più che un’educazione sentimentale. E’ imperante il culto del successo facile e del valere non per quello che si è capaci di donare ma per quello che si è capaci di mostrare. La cultura del narcisismo corre il rischio di avvinghiare, come una malefica piovra, la mente e il cuore di molti adolescenti. Inoltre, i genitori di oggi sono il più delle volte lasciati soli, perché si è spezzata l’alleanza educativa tra famiglia, scuola e società. Addirittura, vi sono genitori che spesso devono combattere con quei genitori che pur di levarsi di dosso sensi di colpa o il senso della loro responsabilità educativa tendono a gratificare con immediatezza e superficialità i desideri dei propri figli, mettendo in difficoltà chi propone regole, parsimonia e un equilibrato senso del limite.
Se come adulti non ci chiediamo in che direzione stiamo andando, che società stiamo costruendo e che modelli di vita offriamo ai nostri adolescenti, difficilmente usciremo fuori da questo squallore educativo e da questo continuo degrado morale.
La cultura del narcisismo e la difficoltà a dire no si riversa in molti aspetti della nostra società, a partire dal crescente aumento del disimpegno scolastico. Quanti adolescenti evitano di impegnarsi nello studio perché ciò richiede fatica, perseveranza e un minimo di disciplina? L’educazione della volontà non ha nulla a che vedere con il narcisismo del nostro tempo. Ecco che lo studio non è altro che la punta dell’iceberg di una crisi molto più profonda, di cui tutti siamo responsabili: genitori, insegnanti, allenatori, educatori, ecc. Don Giovanni Bosco parlava del sistema preventivo per evitare che gli adolescenti potessero cadere nel disagio o nella devianza, fatto di amorevolezza, di speranza e di fede. Se come adulti non ci chiediamo in che direzione stiamo andando, che società stiamo costruendo e che modelli di vita offriamo ai nostri adolescenti, difficilmente usciremo fuori da questo squallore educativo e da questo continuo degrado morale. Non si tratta di essere dei moralisti, perché il moralismo non porta da nessuna parte ma di essere degli autorevoli testimoni di vita, di fiducia, di progettualità e di dare un senso positivo alla fatica e all’impegno di ogni giorno. Amo sempre a ripetere ai genitori che incontro nelle diverse conferenze, che quando si torna a casa dal lavoro si ha il diritto ad essere stanchi e affaticati, ma che al tempo stesso si ha anche il dovere di mostrare, in quella stanchezza, la felicità del vivere, il senso di una missione che si sta svolgendo con gioia per il bene della propria famiglia e della società in cui si opera. Stiamo parlando di un amore che dà passione, entusiasmo e forza per affrontare il non sempre facile viaggio della vita. La cultura del narcisismo e la difficoltà a dire no tende ad annullare la dimensione di un amore che non è sentimentalismo ma un forte e concreto sentimento d’appartenenza alla propria famiglia e al bene comune.
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è con grande piacere che leggo sempre le sue riflessioni profonde circa il nostro vivere quotidiano, sono ammonimenti che ci mettono sempre in guardia e pongono la nostra attenzione ai piccoli errori che commettiamo senza minimamente rendercene conto. Sono la mamma di Bari Alessandro e Veronica che l’anno scorso hanno frequentato un corso con lei, con Alessandro poi ho avuto piacere ascoltare una serata dove ha parlato dei “Giganti” volevo ripetere questa esperienza anche con Veronica. Come posso fare? Dove avrà occasione ancora di parlare di questo?