L’autostima!
Sino a quando l’urlo dell’angoscia provocato dal poco amore per noi stessi non trova una risposta, non potremo far risplendere la ricchezza dei colori e delle musiche in noi presenti sin dalla nascita.
L’autostima è un obiettivo di processo dell’esistenza umana, perchè attraversa ogni fase della nostra vita. Nell’infanzia l’autostima si riceve attraverso l’approvazione e la conferma al diritto ad esistere che famiglia e scuola sanno trasmettere in un clima sereno e in uno spazio psicologico di libero movimento. I bambini sono in attesa di un sorriso, di una carezza, di un abbraccio caldo e accogliente, di parole incoraggianti e veritiere. Quando un bambino non si sente accettato, riconosciuto e apprezzato nel valore della sua unicità impara a mentire e a sentirsi “sbagliato” senza che ve ne sia una vera ragione. Questa è la “ferita ontologica”, la più profonda di tutte, perchè nega a un essere umano il permesso di manifestarsi per ciò che egli è. E’ da questa sensazione di “non esistenza” che nascono le principali manifestazioni di disagio comportamentale e squilibri psichici. Chi non si sente accettato e riconosciuto dai genitori (o da un genitore), porterà dentro di sé una profonda ferita che lo porterà in età adolescenziale a manifestare con comportamenti disfunzionali (ad esempio, chiusura in se stesso, aggressività maligna, dipendenza da sostanze chimiche, attività come videogiochi o internet) o stati psicotici (schizofrenia, depressione, disturbo bipolare, ecc.). Un disturbo psicotico è una condizione in cui una persona vive uno stato di grave distacco dall’ambiente che lo circonda, trovando una grossa difficoltà a intraprendere delle attività e a provare degli autentici sentimenti verso il prossimo. Chi non si è sentito riconosciuto ha la sensazione di non meritare l’amore altrui e proprio per questo si nasconde al mondo diventando un lupo solitario, si stordisce o fa di tutto per attirare l’attenzione su di sé e ottenere il riconoscimento altrui. La verità è che la ferita della non esistenza produce un’angoscia profonda e un dolore costante, perchè non c’è peggior cosa che sentirsi come un fantasma che passeggia tra gli esseri viventi senza voce, mani e sguardi da condividere con chi si incontra. Dovremmo tutti imparare a guarire da questa ferita, prima che essa diventi l’invisibile prigione di una vita alla disperata ricerca di un incontro reale, intimo e autentico. Da persone adulte possiamo lavorare su di noi e comprendere che l’autostima è il diritto ad esistere e a vivere pienamente il valore della nostra unicità.
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