Solo quando si è liberi di se stessi si avverte l’armonia, la pace e l’equilibrio dinamico del divenire ciò chi si è.
Siamo liberi di sperimentare tutto ciò che appartiene alla realtà del nostro vero sé o siamo imprigionati in qualche ruolo troppo rigido o che non appartiene totalmente all’intimo sentire? A volte si avverte il bisogno di staccare la spina, di sperimentare nuove avventure, di mettersi alla prova. È una necessità emozionale. Se non ascoltiamo la voce interiore il rischio è di rimanere imprigionati in parti che non ci appartengono e che a volte non abbiamo nemmeno scelto perché ci sono state imposte da situazioni familiari o condizionamenti sociali. Ecco che allora diventa sempre più forte uno stato di malessere o il desiderio di sperimentare qualche cosa che ci faccia sentire ancora emozionalmente vivi.
Vi è una libertà da conquistare: darsi il permesso di essere se stessi.
Siamo tutti in qualche modo prigionieri di alcuni ruoli, del senso del dovere, di ciò che gli altri si aspettano da noi. In buona parte questo è qualcosa di fisiologico, perché non è possibile pensare di affrontare la vita basandosi unicamente sul proprio piacere personale e non mettendosi in relazione con le persone che vivono al nostro fianco. Ma è anche vero che la realizzazione delle aspirazioni più profonde e dei desideri più intimi è ciò che permette ad ognuno di noi il sentirsi per davvero realizzati, in armonia, in uno stato di pura vitalità. Vi è una libertà da conquistare: darsi il permesso di essere se stessi. Forse, questa libertà interiore è la più difficile da raggiungere perché sono molti i fili che ci legano a condizionamenti del passato, a credenze o convinzioni errate sul diritto alla felicità e all’autorealizzazione. Ci si può sentire egoisti se si pensa a se stessi, ma l’egoismo non è darsi il permesso di esprimersi ma l’indirizzare ogni azionerei vicolo cieco del proprio ego, per un proprio utile o tornaconto personale a scapito del bene altrui.
La dimensione dell’Assoluto fa parte di noi: quando siamo connessi con noi stessi è questa parte che fa sentire i suoi battiti leggeri tra le note del cuore.
Quando, in modo ragionevole e non solamente istintivo, ci chiediamo se la persona che siamo è tutto ciò che realmente possiamo esprimere di noi stessi, ecco che incomincia sorgere l’alba di una nuova consapevolezza e la volontà a darsi il permesso di sperimentarsi in forme e dimensioni mai osate sino a quel momento. Non ce nulla di sbagliato ad essere se stessi, perché ogni volta che ci avviciniamo a chi siamo veramente la dimensione spirituale prende sempre più il sopravvento. Sarebbe infatti poca cosa ridurre l’essere umano a un corpo, un istinto, delle emozioni, dei sentimenti o dei pensieri. Dentro di noi c’è qualcosa di grande, qualcosa che aspira all’infinito, il desiderio di guardare le stelle e di andare oltre il conformismo, la banalità o il grigiore di una vita monotona. È la sete di Dio, della trascendenza , del sentirsi parte di un mistero da cui si è originata ogni forma di vita. E il viaggio continua… Grazie.