Il dono del tempo.
“Ieri è storia. Domani è un mistero ma oggi è un dono, per questo si chiama presente.” Maestro Oogway.
Il nostro corpo vive costantemente nel qui ed ora. Se avverte fame è nel presente e non nel passato o nel futuro. Il nostro corpo non vive di sensi di colpa o di rimuginazioni mentali ma di un costante feedback che si aggiorna ad ogni secondo. Se, ad esempio, inciampiamo e prendiamo una botta alle ginocchia il corpo reagisce all’istante, provvedendo a un rapidissimo meccanismo di riparazione del danno. Detto in altri termini dovremmo imparare dal nostro corpo in che modo condurre la nostra esistenza che spesso si blocca tra il guardarsi indietro o il fuggire in avanti. Questo non significa che il passato non abbia un suo valore e che il futuro non debba essere immaginato o progettato. Il passato è la somma di tutte le esperienze vissute, mentre il futuro rappresenta le nuove strade da percorrere. Camminare guardando sempre all’indietro ci impedisce di cogliere nuovi orizzonti e ci può far precipitare nella valle dei rimpianti. Camminare dimenticando dove mettiamo i passi ci può far precipitare nelle voragini delle illusioni e dispersive fantasticherie. Se impariamo a prendere la conchiglia del passato e ad ascoltare le voci delle diverse esperienze vissute potremo raccogliere tanti insegnamenti da spendere nella consapevolezza del qui ed ora. Se ascoltiamo la parte della coscienza profonda, dove risiedono le aspirazioni più intime, potremo incominciare a disegnare un progetto di autorealizzazione da attuare con forte desiderio e determinazione nel qui ed ora. Quando passato e presente s’incontrano, si abbracciano, si scambiano emozioni, pensieri e informazioni e dialogano tra di loro, ecco che il nostro apparato psichico diventa colmo di energia, di vitalità, di passione e di entusiasmo. E’ in questo modo che si può scegliere ciò che ci fa crescere e sentirsi al centro di se stessi e in armonia con la vita. E il viaggio continua…
Ti potrebbe interessare la pubblicazione “Volersi bene Viaggio verso il vero sé“