La motivazione è la benzina più potente
Perchè impegnarsi nello studio? La motivazione è la benzina che alimenta il motore dell’impegno: chi la possiede può andare molto lontano.
«Citando Walt Whitman: “O me, O vita, Domande come queste mi perseguitano. Infiniti cortei di infedeli, città gremite di stolti, che v’è di nuovo in tutto questo? O me, O vita… Risposta: Che tu sei qui, che la vita esiste e l’identità. Che il potente spettacolo continui e che tu puoi contribuire con un verso”. Quale sarà il tuo verso? Tu puoi lasciare il tuo verso su questa terra e far sì che sia migliore di come l’hai trovata. Tu sei qui: fa vibrare in te quest’affermazione e lasciati emozionare dalla potenza del tuo essere una persona in grado di lasciare un segno indelebile tra le terre dell’esistenza. L’identità è una parola “importante” alla tua età. Ricordo quanto stavo male da adolescente, poiché non riuscivo a trovare me stesso, la mia strada e lo scopo della vita. Inoltre, non mi accettavo. Tutti erano più belli, intelligenti, capaci e fortunati di me. A sedici anni mi ritrovai tra le mani un libro, Il gabbiano Jonathan Livingstone di Richard Bach, e decisi di leggerlo per una sola motivazione: era corto e pieno d’immagini. A quel tempo non avevo ancora scoperto l’importanza della lettura per formare me stesso e conoscere il mondo da infiniti nuovi punti di vista. E fu così che ricevetti la mia prima folgorazione sul senso della vita: il gabbiano Jonathan Livingstone era un uccello che non si accontentava di volare per mangiare, inseguire i pescherecci e raccattare qualche avanzo di pesce. Intuisce che c’è qualcosa di più grande dentro di lui (come in ogni gabbiano): il volo è finalizzato a scoprire le proprie potenzialità creative, a esprimere il senso della curiosità, a innalzare se stessi oltre la mediocrità e le banalità di una vita noiosamente prevedibile e scontata. Volare è aprire le ali per andare oltre! Volare è innamorarsi ogni giorno del dono della vita! Volare è innalzarsi tra le azzurrità del cielo per comprendere quanto è bella la terra vista da lassù.
“Quando lo sapranno – pensava -, quando sapranno delle Nuove Prospettive da me aperte, impazziranno di gioia. D’ora in poi vivere qui sarà più vario e interessante. Altro che far la spola tutto il giorno, altro che la monotonia del tran-tran quotidiano sulla scia dei battelli da pesca! Noi avremo una nuova ragione di vita. Ci solleveremo dalle tenebre dell’ignoranza, ci accorgeremo d’essere creature di grande intelligenza e abilità. Saremo liberi! Impareremo a volare!”.
C’è stato un tempo in cui anche tu hai iniziato a volare, quando da bambino/a hai lasciato il corpo di tua madre per incominciare l’esplorazione del mondo esterno e ti sei caparbiamente impegnato nell’allenare le tue potenzialità motorie sino a trasformarle in abilità. Quando hai incominciato a gattonare e a camminare non ti limitavi a farlo per aprire il frigorifero e nutrirti, ma per esercitare l’innato senso della curiosità e dell’intraprendenza che abita in ogni creatura umana. La curiosità è l’istinto che ci induce a chiedere, a esplorare l’ignoto e l’incerto, a scoprire e fare esperienze, a commettere innumerevoli errori e a imparare da questi. La curiosità è la domanda che ci porta dritti alla risposta, è l’arcobaleno che ci permette di attraversare la valle dell’ignoranza per donarci i colori della conoscenza. A volte l’esperienza scolastica è vissuta come se fosse un foglio grigio, tendente al nero, dove i colori della curiosità si sono prematuramente esauriti. E se hai smesso di dipingere sulle tele dello studio, significa che devi essere stato ferito nell’essenza del tuo essere una creatura spontaneamente aperta, curiosa e intraprendente. Può anche darsi che in questo momento il tuo appetito di conoscenza sia rivolto a qualche interesse extrascolastico (musica, informatica, moto, Internet, sport, ecc.) e questo è un dato positivo. Il fatto è che difficilmente un tuo interesse specifico ti garantirà la possibilità di trasformarlo in un progetto professionale, se non possiedi un diploma che ti permetta di vedere riconosciuto il tuo talento e di accedere al mondo del lavoro. Nella mia carriera d’allenatore di studenti ho conosciuto molti tuoi coetanei che hanno fatto l’errore di trascurare l’impegno scolastico (alcuni lo hanno abbandonato) per seguire una loro forte passione, senza coltivare una preparazione culturale e tecnica che permettesse loro di possedere un titolo di studio da spendere a livello professionale. Non è piacevole ritrovarsi a 20-25 anni con un nulla tra le mani, anche se sono sempre più convinto che non sia mai troppo tardi per rimboccarsi le maniche e poter realizzare il proprio “Progetto Felicità”». (Tratto dal libro “Metodo di studio e motivazione“pp. 24 -27).
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