A volte si nasce ma non si cresce.
Ninna nanna, ninna o, questo bimbo a chi lo dò; io lo dò al suo futuro, affinché diventi un uomo felice e sicuro.
Uno dei passi decisivi verso l’autonomia è il taglio del cordone ombelicale psicologico. Questa operazione può essere avvertita come un’esperienza molto dolorosa e difficile da compiere. La presenza del cordone ombelicale simboleggia uno stato di forte dipendenza nei confronti della figura materna e del vissuto infantile. “Volersi bene” implica la decisione di recidere i soffocanti condizionamenti derivanti dall’infanzia, per tornare a nascere alla luce del «vero Sé». Nell’infanzia nasce il senso di radicamento, la sicurezza, la solidità, la stabilità e la fermezza del carattere, che rappresentano la base per divenire elastici, flessibili, duttili e creativi. Senza radici non vi è possibilità di costruire un’identità forte e resistente alla fatica e all’impegno del divenire persone in crescita. Un’infanzia povera di gratificazioni dei bisogni fondamentali struttura una personalità nevrotica, dipendente e plasmata dai condizionamenti esterni più che dalla forza vitale del proprio sé.
Crescere implica nascere più volte.
La prima nascita si compie nel desiderio di maternità e di paternità, poiché è in tale desiderio che inizia l’attesa di accogliere una nuova vita; anche nel caso di una gravidanza inaspettata, una coppia può iniziare a desiderare il figlio dal momento in cui ne viene a conoscenza. Il desiderio apre alla gioia di una nuova vita. La mancanza di desiderio trasmette, a livello inconscio, un senso di rifiuto e di colpa per il fatto di venire al mondo. La seconda nascita è quella biologica: il momento del parto, del venire al mondo, del vedere la luce. Oggi viene data molta attenzione alla preparazione di questo meraviglioso evento che, per la sua intensità emotiva, mette in moto paure ancestrali ed elevati stati di ansia. È per questo che si dovrebbe offrire un adeguato “contenimento psicologico” alla donna da parte del marito e dell’équipe medica. La terza nascita, per certi versi ancora più difficile di quella biologica, si realizza a livello psicologico, quando un neonato arriva a percepire che esiste un senso dell’io distinto da quello della madre. Come ha ben sottolineato Margaret Mahler: «La nascita biologica del bambino e la nascita psicologica dell’individuo non coincidono nel tempo (…). Per l’adulto più o meno normale, l’esperienza di sé come pienamente “nel mondo esterno” e completamente separato da esso è un aspetto della vita dato per scontato (…). Chiameremo la nascita psicologica dell’individuo “processo di separazione-individuazione”». (tratto dalla pubblicazione Volersi bene, pp. 69-70).
Ti potrebbe interessare la pubblicazione “Volersi bene Viaggio verso il vero sé“