Riconoscere i propri talenti è il primo passo per poterli realizzare. Ma cosa sono i talenti?
Uno ha un talento o non ce l’ha. Se hai un talento, ne sei responsabile. Ci puoi lavorare sopra.
Henri Cartier-Bresson.
Tutti possiedono dei talenti? Certamente sì, anche se è possibile non riconoscerli. Scoprirne la presenza è svelarne la ricchezza e permetterci di realizzarne le sue potenzialità. Ogni talento è come una stella che brilla nel firmamento dell’umanità. Accendere un talento è far brillare il cielo della vita con la propria luce. Quando il talento viene ignorato o, peggio ancora, sprecato è come se rinunciassimo a portare il nostro contributo nel mondo. Il talento da solo non basta. Occorre impegno, sacrificio, umiltà e la perseveranza di affinarlo sempre più, come un materiale grezzo che va lavorato per farne risplendere la sua intrinseca bellezza. Ho chiesto al mio collega Francesco Pivato di scrivere un articolo in vista del prossimo evento del 29 maggio 2016 “DAI CHE CE LA FAI“, in cui tratterà il tema dei talenti per aiutarci a riconoscerli e realizzarli.
«Io sono abituato così. Non riesco a condividere qualcosa che ho dato come assodato, qualcosa che conosco benissimo e che magari ho ripetuto tante volte in salse più o meno affini. Ho bisogno di muovermi in territori nuovi, su cose che stimolano e incuriosiscono prima di tutto me, altrimenti non solo mi annoio, ma proprio non ci riesco. Un mio limite, ma una mia risorsa, un mio talento, forse. Perché smettiamola di parlare di talento solamente di fronte a qualcosa di molto televisivo, spegniamola quella televisione e buttiamola via (così ci risparmiamo anche il canone in bolletta… presunzione di possesso dell’apparecchio audiovisivo…) e ricominciamo a riappropriarci delle nostre vite così come avvengono in questo momento e riappropriamoci del modo in cui avvengono “qui ed ora”, smettendo di credere che debbano avvenire in un determinato modo piuttosto che in un altro. Talento, dicevamo: ballare, cantare, recitare. Nella semplificazione massificante dei mezzi di (dis)informazione di massa, questi sono gli unici talenti che vengono contemplati come possibili. Pochi altri.
Un vincente è qualcuno che riconosce il suo talento naturale, lavora sui suoi limiti per tramutarli in abilità e usa queste per realizzare i suoi obiettivi. Larry Bird
Massificazione è il processo secondo il quale le persone non vengono più riconosciute in base alla loro singola e irripetibile identità, ma vengono stipate in alcuni cassetti, in alcune categorie a cui viene applicata sopra una etichetta che serve per “usarci” meglio, per venderci più prodotti, per farci votare tutti quanti gli stessi partiti, per una questione di controllo, insomma. Non perdiamoci in teorie del complotto, ma rendiamoci conto che siamo massificati in questo senso e che spesso cerchiamo quelle etichette perché ci fanno sentire più sicuri. Qualcuno ha detto che il compito dell’adolescente è proprio quello di rompere questi cassetti, di rompere le scatole, ma questo è anche il ruolo del talento. Vi ricordate quando da piccoli avevate un comportamento, un’abitudine o un istinto che vi portava a fare qualcosa, proprio quella cosa che nella maggior parte dei casi vi creava un sacco di problemi perché rompeva gli schemi o vi faceva sembrare strano, fuori dagli schemi o al limite non normale… Ecco probabilmente in quel comportamento si nascondeva il vostro talento…», Francesco Pivato.