Da dove nasce la nostra sofferenza?
Riconoscere la nostra Ombra ci consente di accoglierla, illuminarla e trasformarla nella consapevolezza del “qui ed ora”.
Tutti possediamo una zona d’Ombra in cui risiedono le nostre angosce più profonde che divorano i giorni luminosi del presente. Secondo lo psicoanalista Car Gustav Jung (1875 – 1961) l’Ombra è vicina all’uomo e ne cela l’inaccettabile. L’Ombra è qualcosa che esiste solo in presenza della luce, poiché un corpo immerso nel buio non ha parti oscure, non ha Ombra. Luce e Ombra sono quindi considerati come metafore del Bene e del Male, del Positivo e del Negativo. Può essere molto sgradevole mettersi in contatto con la propria Ombra ma è questo l’inizio di un nuovo rapporto con se stessi e, di conseguenza, con il prossimo. La nostra Ombra ci segue ovunque e si proietta, in particolare modo, nelle relazioni interpersonali. L’Ombra ha il potere di interferire con la libertà di scegliere ciò che ci fa stare veramente bene perché con le sue invisibili ragnatele ci paralizza e ci tiene legati a ciò che non siamo riusciti a chiarire e trasformare dentro di noi. “Come mai quando desidero una relazione con un partner e riesco in questo mio intento poi me ne allontano per poi pentirmene amaramente e volerla di nuovo?“, mi ha raccontato di recente una persona. In questa persona la zona d’Ombra impediva di realizzare un desiderio d’intimità psicoaffettiva perché vi era depositata una profonda angoscia d’abbandono infantile che era stato del tutta rimossa. L’angoscia da separazione è un’Ombra lunga e profonda che ci insegue ovunque e da cui si vorrebbe sfuggire senza mai riuscirvi sino a quando non si penetra in essa con la luce della consapevolezza. In ogni Ombra vi è un potenziale di bene che sta a noi attivare con l’impegno della crescita personale. Chi entra nel proprio buio con la corda della consapevolezza ne esce rinfrancato e rigenerato. E il viaggio continua… Grazie.
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