Perchè è importante studiare?
Acquisire delle conoscenze è il miglior modo per progredire, per eccellere e per dare il meglio di sé
Se tornassi adolescente che consiglio mi darei? Mi direi di studiare con maggiore impegno, di approfondire bene le diverse materie, anche quelle di minore interesse, perchè nulla di ciò che si studia è un puntino perso nel futuro della vita. Ogni conoscenza può suscitare una diversa visione sulla realtà, stimolare delle innovative idee, generare collegamenti e associazioni da cui nasce un progetto, una soluzione, un nuovo modello di pensiero. Certo, forse da adolescente avrei ascoltato queste parole in modo distratto, non dando loro il giusto valore, ma una cosa è certa: se a un adolescente non sono suggerite delle creative e originali prospettive attraverso cui valutare ciò che sta compiendo come mai potrà divenire consapevole di ciò che è essenziale e mutare comportamento? Lo studio è l’officina dell’intelligenza, la palestra dell’allenamento mentale e il teatro dell’apprendimento. Chi sono le persone che hanno fatto per davvero la differenza per la storia dell’umanità? Certamente non gli ignoranti. Rinunciare allo studio significa rimanere prigionieri di ciò che non si conosce e non poter mai uscire dalla caverna di Platone per conoscere l’autentico significato della realtà.
«Si immaginino dei prigionieri che siano stati incatenati, fin dalla nascita, nelle profondità di una caverna. Non solo le membra, ma anche testa e collo sono bloccati, in maniera che gli occhi dei malcapitati possano solo fissare il muro dinanzi a loro. Si pensi, inoltre, che alle spalle dei prigionieri sia stato acceso un enorme fuoco e che, tra il fuoco ed i prigionieri, corra una strada rialzata. Lungo questa strada sia stato eretto un muretto lungo il quale alcuni uomini portano forme di vari oggetti, animali, piante e persone. Le forme proietterebbero la propria ombra sul muro e questo attirerebbe l’attenzione dei prigionieri. Se qualcuno degli uomini che trasportano queste forme parlasse, si formerebbe nella caverna un’eco che spingerebbe i prigionieri a pensare che questa voce provenga dalle ombre che vedono passare sul muro. Mentre un personaggio esterno avrebbe un’idea completa della situazione, i prigionieri, non conoscendo cosa accada realmente alle proprie spalle e non avendo esperienza del mondo esterno (incatenati fin dall’infanzia), sarebbero portati ad interpretare le ombre “parlanti” come oggetti, animali, piante e persone reali» (dal libro settimo de “La Repubblica”).
Studiare è uscire dalla caverna dell’ignoranza per divenire protagonisti del proprio futuro.
Ogni volta che si legge un libro, si ascolta un audiolibro, si partecipa a uno stage o ci si confronta con altre realtà, si apre un ventaglio di nuove opportunità. E’ un dato di fatto che più si studia e più si diviene competenti e ricchi dentro. A quell’adolescente del Liceo Scientifico di tanti anni fa darei un amorevole scappellotto e gli direi: “Non buttare via il tuo tempo, perchè più lo sprechi e sempre meno ne avrai per essere una persona più colta, più sicura di sé e allenata ad affrontare con maggiore perizia il viaggio della vita”. Forse non avrebbe capito nell’immediato e si sarebbe risentito, ma sono certo che prima o poi avrebbe compreso. E’ forse per questo che sono diventato un allenatore (coach fa più figo) di studenti: per dire a me stesso quello che avrei voluto sentirmi dire tanti anni fa.
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