Ritornare a se stessi!
A volte si accumula la polvere della rassegnazione e del pessimismo sulle tele del cuore e non siamo più capaci di avvertire i brividi di un viaggio chiamato vita. Eppure, nonostante il male che ci ha ferito e torturato, possiamo sempre rinascere e ritrovare quel sorriso innocente nella consapevolezza di un volto segnato dalle rughe del dolore.
L’acqua del ruscello scorreva libera e tranquilla nei suoi zampilli di vita sotto un cielo senza confini quando un giorno qualcuno la sporcò con il catrame delle sue ferite. E da quel giorno incominciò a sentirsi sporca e indegna di essere raccolta nelle mani dei viaggiatori che a lei si avvicinavano.
Il prato era un immenso spazio in cui correre a piedi nudi e poter respirare il vento della spensieratezza, sino a quando una valanga di rimproveri e di giudizi lo rese un arido campo di fango e di desolazione.
Il cielo era colmo di sguardi innamorati che sognano un eterno amore, sino a quando un giorno le nuvole scure del tradimento lo resero il cimitero dei rimpianti e dei sospiri intrisi di profonda amarezza.
Se la vita è tutto questo, che senso ha alzare le vele del cuore per attraversare il mare dei desideri più veri? Ma, prima o poi, arriva sempre una brezza sottile che porta il profumo della verità capace di togliere il catrame altrui, di innaffiare con la rugiada della speranza gli aridi prati e di spazzare via le tende scure dell’amarezza per scoprire che non è mai troppo tardi per “volersi bene”e ritrovare il sorriso di una leggerezza che non è superficialità ma la pace del cuore. Non c’è cosa più importante che tra le rughe del dolore ritrovare se stessi. E il viaggio continua…
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